Il nuovo stadio rischia il naufragio: chi e perché, l’Inter verso il piano B

La differenza tra Juventus e Inter in campo sportivo la dirà il prato di San Siro domani sera. Quella tra le due società, sotto un punto di vista organizzativo e di bilanci va assottigliandosi sempre più. Quella che resta invece aperta, anzi, spalancata, è la differenza tra la capacità del club bianconero di farsi rispettare non solo con interlocutori del mondo del calcio ma anche e soprattutto con quelli istituzionali.

Ne sia una prova la vicenda della realizzazione dello stadio a disposizione dei due club (oltre al Milan, vista la scelta dei due club di agire in sinergia). Mentre la Juventus a suo tempo trovò la totale disponibilità dell’Amministrazione Comunale torinese alla cessione dei terreni per la realizzazione dello Stadium e della cittadella della Continassa, a Milano la presentazione dei due progetti  trova reazioni incredibilmente ostili, che si moltiplicano giorno dopo giorno.

48 ore fa il Sole 24 Ore riportava che una maggioranza ampia e trasversale del Consiglio Comunale milanese avrebbe già maturato una posizione di netta contrarietà alla realizzazione del nuovo stadio. Ieri l’Ansa ha reso noto invece che dal Consiglio comunale, sempre in assetto bipartisan,  starebbe per essere richiesta una perizia di terzi che accerti costi e tempi di ristrutturazione di San Siro, evidentemente nutrendo dubbi sulle indicazioni riportate nell’analisi presentata da Inter e Milan a supporto del progetto del nuovo impianto.

Secondo l’Agenzia di stampa “i consiglieri di maggioranza e opposizione non sono soddisfatti della soluzione portata da Inter e Milan sulla ristrutturazione del Meazza, che sarebbe onerosa e porterebbe a uno stop del gioco di 4 anni.

Oltre a Fabrizio De Pasquale, capogruppo di Forza Italia, si sono aggiunti alla richiesta il consigliere del Pd, Alessandro Giungi… e anche la Lega con il consigliere Gabriele Abbiati si è associato alla richiesta, mentre Basilio Rizzo minaccia di ricorrere al Tar «per avere tutti i documenti che è in mio diritto avere» sul progetto delle squadre. Carlo Monguzzi del Pd che ha sottolineato come «il Pgt parla chiarissimamente di diminuire il consumo di suolo e questa per me è la stella polare. Quindi ciò che succede a San Siro non può andare nella direzione opposta”.

La Commissione competente ha ascoltato anche Claudio Trotta, noto organizzatore di concerti musicali, secondo il quale il nuovo stadio non terrebbe in considerazione le esigenze di questi show:«Dal 1980 San Siro ha ospitato 130 concerti per 6 milioni e mezzo di persone, 29 di Vasco, 16 di Ligabue, 7 di Bruce Springsteen, per citarne solo alcuni. La domanda è: tutto questo non conta? Le due squadre  hanno una convenzione con il Comune e San Siro è dei cittadini di Milano. È la Scala del calcio ma anche della musica e dello spettacolo, questo conta o no? Credo che bisognerebbe studiare un po’ meglio e capire perché non si può ristrutturare.”

Di fronte a questo fuoco di sbarramento, i due club starebbe seriamente valutando la possibilità di cambiare immediatamente la location del nuovo stadio, rivolgendo le proprie attenzioni all’ex area Falck di Sesto San Giovanni. Di questa ipotesi parla Milano Finanza, evidenziando che “nella comunità finanziaria viene presa sempre più seriamente l’ipotesi di costruire il nuovo impianto nella zona denominata Milanosesto, nell’area da 1,4 milioni di metri quadrati situata nel comune di Sesto San Giovanni”.

Il trasloco da Milano a Sesto non creerebbe problemi: la zona è servita dalla linea 1 della metropolitana ed è prevista la realizzazione di una nuova stazione ferroviaria. E anche i due progetti dello stadio non avrebbero vincoli:”una delle richieste di Inter e Milan agli studi di architettura era che si potessero anche adattare all’area ex Falck”.