Contro le piccole sarà vietato sbagliare. Punti preziosi da non smarrire per strada
Francesco Guccini – cantautore, poeta, maestro – ci insegna, attraverso una sua celebre canzone, che le stagioni di sorrisi equivalgono a denari da spendere con dovuta proprietà. L’Inter di Conte ha compreso – ed anche molto bene – che i sorrisi vanno adoperati con parsimonia, e che le grandi squadre li adoperano solo dopo aver raggiunto gli obiettivi prefissati.
Le sei vittorie consecutive rappresentano un eccellente motivo per guardare al futuro con ottimismo, ma non ancora sufficienti per sorridere. L’Inter sorriderà al momento opportuno. L'aspetto più importante nasce dall'aver acquisito una mentalità differente rispetto al passato. Parlare di attuale mentalità vincente significherebbe sminuire il lavoro precedente di Luciano Spalletti, ed è qualcosa che non ci sentiamo di fare. Il percorso di crescita cominciato con Luciano Spalletti – ricordiamoci dov' era l'Inter prima dell'arrivo dell'allenatore di Certaldo – dovrà essere portato a compimento da Antonio Conte, e non è certo un mistero che l'attuale allenatore nerazzurro sia giunto all'ombra della Madunnina anche – e non solo – per questo. L’obiettivo mai celato è avvicinarsi quanto prima alla sua ex Vecchia Signora. Giocarsela senza paura, proprio come fatto contro il Barcellona e – a tratti – contro la Juventus.
I nerazzurri dovranno, inoltre, evitare di perdere terreno contro le cosiddette piccole. Forse è proprio questo l'aspetto sul quale si dovrà insistere di più. Durante lo scorso campionato – senza andare troppo a ritroso – l’Inter ha smarrito per strada 18 punti. Contro Sassuolo (5), Parma (3), Chievo (2), Bologna (3), Cagliari (3) e Udinese (2) si è dilapidato un patrimonio. Ripensando a quei punti gettati alle ortiche, e guardando la ipotetica classifica con l'aggiunta degli stessi, l'Inter avrebbero concluso il campionato a quota 87, a soli tre punti dalla Juventus.
Conte ha vinto tre scudetti, e sa bene che i punti in palio – che si tratti di Juve o Sassuolo – sono sempre tre. Per qualcuno sarà anche importante partecipare, ma sarebbe il caso di non dirlo a Conte. Lui vuole sempre vincere, e la storia dell'Inter impone questo.