La notizia di pochi minuti fa è destinata a mettere una pietra miliare nella vicenda del nuovo stadio di Inter e Milan: il Consiglio Comunale ha votato una risoluzione della maggioranza che dà il via libera condizionato al progetto dei due club per il nuovo stadio ma al contempo indica l’impossibilità di abbattere il Meazza in considerazione della rilevanza nazionale ed internazionale dell’impianto.
Un primo punto fermo nella complessa vicenda, mentre ferve il dibattito nelle istituzioni e tra cittadinanza e tifosi, mentre dal Politecnico di Milano arriva il timbro che il nuovo stadio è imprescindibile per dotare la città di una struttura di eccellenza, anche perché San Siro ristrutturato non potrebbe garantire sicurezza, comfort e prestazioni degne degli stadi al top in Europa.
Ma nella stessa giornata di oggi si apprende dal Corriere della Sera che un prestigioso studio di architettura si prende la briga di andare controcorrente. E' la tesi dell'architetto Jacopo Mascheroni dello studio Jma, secondo il quale intervenire sulla struttura del Meazza per trasformarlo in uno stadio degno del suo passato ma soprattutto del suo futuro non sarebbe opera improba, anzi.
Secondo il professionista per il progetto del suo “Diamante” basterebbero tre anni di tempo e 200/250 milioni di euro a fronte di oltre 600 milioni previsti per il nuovo stadio (al netto dunque delle opere di urbanizzazione e per la creazione degli spazi destinati al terziario).
Non solo, ma il progetto escluderebbe la necessità per Inter e Milan di trasferirsi in altre città nel periodo di cantierazzazione dei lavori. Questo grazie alla struttura ad anelli indipendenti del Meazza, che permetterebbero la chiusura di un settore alla volta, riducendo la capienza durate i lavori a circa 45 mila posti.
Il progetto definitivo prevede una struttura capace di ospitare 62.000 spettatori, la scomparsa delle torri e la risagomatura delle rampe che continuerebbero dunque a caratterizzare l’impatto visivo del Meazza 2.0