Nel mercato invernale di due anni fa aveva le valigie pronte per la Spagna. Luciano Spalletti dovette fare fuoco e fiamme per impedirne la cessione al Siviglia, dove già lo aspettavano a braccia aperte. Era il periodo in cui il croato applaudiva polemicamente San Siro che lo contestava mentre raggiungeva gli spogliatoi anzitempo, sostituito da Rafinha durante un grigio Inter Bologna.
Da quel momento in poi le cose cambiarono radicalmente, complice l’intuizione del tecnico toscano di arretrare la sua posizione da trequartista a regista davanti alla difesa. Nacque un giocatore nuovo, capace di illuminare le ripartenze, spezzare le trame avversarie, dare sicurezza a tutto il reparto difensivo.
Non solo, ma tutte le statistiche degli ultimi tempi parlano di Brozovic come del giocatore che corre più di tutti in campo, una media di oltre 12,5 chilometri a partita nella stagione passata. Dal brutto anatroccolo era nato un cigno maestoso, destinato a diventare vice campione del mondo con la sua Croazia ed uno dei centrocampisti più forti d’Europa. Non per niente anche pochi giorni fa Antonio Conte si è soffermato su di lui per esaltarne la dimensione tecnica e tattica raggiunta .
Poi è arrivato il Parma, una serataccia per lui, abituato ad uscire da San Siro da protagonista. Sotto i riflettori in effetti c’è finito anche sabato scorso ma per i due errori che hanno permesso agli emiliani di rovesciare il gol iniziale di Candreva. Una serataccia, che può capitare a chiunque, maturata per di più tre giorni dopo una prestazione di altissimo livello con il Borussia Dortmund, a conferma che la Champions consuma energie fisiche e mentali enormi anche per giocatori di esperienza come lui e che cantare e portare la croce ininterrottamente rischia di far saltare anche la concentrazione più feroce.
Non è difficile immaginare che quando Conte ha parlato di rosa corta e di necessità di far giocare sempre gli stessi abbia pensato in primo luogo a lui. Nessuna ironia dunque è concessa a nessuno su Brozovic. In assenza di Sensi, che avrebbe tutte le caratteristiche per sostituirlo in modo ottimale e considerata la poca fiducia dimostrata da Conte nei confronti di altre alternative (Borja Valero), non ci stupirebbe vederlo di nuovo in campo domani sera al Rigamonti di Brescia. E tantomeno ci stupirebbe se tornasse immediatamente a dettare legge nel suo perimetro di competenza.