Da alcuni giorni lo sport preferito di molti addetti ai lavori è l’esegesi della parole di Conte. Perché ha parlato della rosa corta? Sta mandando segnali alla società o alla squadra? E perché ha detto che a giugno non conosceva il pianeta Inter? Perché ha impegnato tutto questo tempo per capire che la panca nerazzurra è ben diversa da quella juventina?
Chi ha pagine da riempire per portare a casa la pagnotta ha buoni motivi per sviscerare parole e mimica facciale del mister. Per chi non ha altro da fare che riempire le proprie giornate e gli spazi dei social con queste “pippe mentali”, ci dispiace per loro ma tra chi indica la luna e guarda il dito, noi accendiamo la prima.
La parabola nerazzurra ha già superato il primo bivio pericoloso, con slancio anche se con qualche ammaccatura. Ottobre è stato illuminante per dare una prima nozione sulla dimensione tecnica del gruppo e sugli obbiettivi di breve periodo.
In campionato la squadra c’è, nonostante la delusione per il derby d’Italia ed il primo tempo con il Parma. In Champions la splendida e amara serata del Camp Nou e la bella vittoria contro il Borussia hanno riaperto la corsa al passaggio del turno.
Novembre si apre addirittura con due punti di vantaggio sui campioni d’Italia, in attesa che magari stasera Thiagone Motta ci regali un’altra goccia di soddisfazione. Inutile continuare ora a sproloquiare di mercato: Sensi, D’Ambrosio e Vecino sembrano aver finito il loro pit stop ai box, quando si aprirà la finestra di gennaio sarà imminente il ritorno di Sanchez. A quell’epoca dovremo arrivarci da vivi e chi vivrà vedrà.
Nel frattempo arriva novembre. Nelle scorse stagioni i crisantemi adornavano i cimiteri e le ambizioni nerazzurre, adesso siamo nelle condizioni di poter accendere il forte animo alle egregie cose che Foscolo invoca nel suo sonetto dedicato ai sepolcri . Mettiamo un punto fermo su una data precisa: 10 dicembre.
In quella serata in cui nell’aria risuoneranno già le note delle zampogne a San Siro arriverà il Barcellona per quello che ci auguriamo possa essere un degno antipasto delle gioie natalizie. E intanto a quell’epoca Verona, Spal e Roma avranno già timbrato la loro presenza al Meazza mentre l’unica gita fuori porta dopo quella di sabato prossimo a Bologna sarà a Torino dall’ex Mazzarri subito dopo la sosta per le nazionali. In Champions invece ci attendono i viaggi decisivi a Dortmund e a Praga.
10 dicembre dunque, 40 giorni (meno di 30 al netto della sosta) per il secondo traguardo provvisorio, quello che potrebbe certificare un passo ulteriore sulla strada di una maturità ritrovata, alzando l' asticella delle ambizioni in Europa e soprattutto in Italia, dove a cavallo delle festività Fiorentina, Napoli e Atalanta diranno in maniera definitiva se il girone d'andata nerazzurro permette di sperare in qualcosa di più del semplice competere.
E a quel punto che mercato sia, per la gioia di coloro che vivono di indiscrezioni, 365 giorni all’anno, h24.