“Non mi sento alla pari degli altri, perché basta vedere le statistiche. Ma il mio obiettivo è quello di migliorare giorno dopo giorno e vivermi questo sogno”. Con queste parole Alessandro Bastoni aveva riposto ad una domanda su come si trovasse alla sua prima stagione nerazzurra. 20 anni portati con una maturità ed un modestia encomiabili, doti da salvaguardare come un tesoro prezioso per un ragazzo che si affaccia sugli scenari più importanti per la prima volta.
Modestia si, ma poi Bastoni lascia ancora in panca un mostro sacro come Godin e sfodera una partita come quella di ieri, giudicato il migliore dell’Inter da più di un “pagellista”. Nessuna distrazione difensiva, un supporto prezioso e continuo alla spinta della squadra in difficoltà dopo il rigore trasformato da Verre. In avanti sempre a testa alta, come pochi sanno fare (l’esempio più elegante rimane Nesta), personalità per aggredire gli spazi che nella ripresa si aprivano davanti a lui fino a sfiorare il gol con la fiondata messa in angolo dal portiere gialloblu.
Quando l’Inter lo prelevò dall’Atalanta nell’estate del 2017, molti gridarono allo scandalo per la sua valutazione a bilancio di 31 milioni, operazione conclusa assieme ad altre tra di due club, che videro ad esempio il passaggio del giovane Bettella dalla Primavera scudettata di Vecchi alla Dea, oltre a quelli di Carraro ed Eguelfi, che portarono circa 18 milioni alle casse nerazzurre.
Già nella scorsa stagione, in prestito al Parma, Bastoni si era imposto come miglior difensore italiano tra i giovani prospetti, mettendo insieme minuti ed esperienze preziosi nelle 24 presenze collezionate diventando allo stesso tempo un punto fermo della Nazionale Under 21. E per di più realizzando il suo primo gol in serie A, un gol decisivo per la permanenza dei ducali nella massima serie nel 2 a 2 in rimonta contro la Samp.
E’ probabile che dopo la prestazione di ieri con il Verona, oggi nessuno ricordi più gli ululati al vento sollevati quando dal bilancio nerazzurro fu chiara la valorizzazione economica di Bastoni. Molto più verosimile che nelle redazioni si cerchi di far passare sotto silenzio quelle osservazioni e che negli uffici di qualche altro club dirigenti illuminati si mordano le mani per essersi fatti sfuggire un campione in erba come Bastoni. Piero Ausilio invece ci vide bene e da lontano, anticipando tutti e portando in nerazzurro quello che sembra essere un punto fermo per la difesa del futuro.