Non c’è niente fare, l’Italia è questa, quella di Venezia nel dramma dell’acqua alta dopo 6 miliardi spesi inutilmente in quasi 30 anni, quella di Roma città eterna invasa dai rifiuti e da oggi anche quella di un piccolo pezzo di muro, vecchio di quasi 100 anni che blocca il progetto del nuovo stadio di Inter e Milan.
Lo stadio milanese fu inaugurato nel settembre del 1926, da allora ha subito interventi ponderosi fino agli ultimi del 1990 per i mondiali italiani e del 2016 per la finale di Champions League, in occasione dei quali le parti originarie hanno subito profondi interventi di manutenzione e ammodernamento senza che nessuno avesse alcunchè da obbiettare.
Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore di oggi, proprio al 1926 risale un piccolo muro, lungo non più di sette metri, un vero e proprio nano edilizio, una pulce rispetto alla mole complessiva del Meazza, ma sufficiente a bloccare l’iter del progetto presentato dai due club.
Si, perché l’aggrovigliarsi di leggi caotiche ed incomprensibili ha recentemente tolto al Comune di Milano la competenza a decidere sui vincoli architettonici di questi beni, spostandola agli Uffici del Ministero dei Beni culturali che ovviamente ha i soliti 120 giorni di tempo tutti italiani per decidere sul da farsi.
Dunque altri 4 mesi (da quando partirà il quesito di Palazzo Marino) persi in attesa che un funzionario romano faccia sapere il destino di questo muretto. Ovviamente, al termine di questo periodo, la risposta potrebbe essere che il muro va salvaguardato perché soggetto a vincolo architettonico impedendo così l’abbattimento del Meazza o costringendo i club ad un ulteriore progettazione.
Il problema si aggiunge alla delibera della Giunta milanese di qualche giorno fa che ha imposto pesanti limitazioni alle previsioni di spazi commerciali e ad uso servizi presentati da Inter e Milan, costringendo i due club a chiedere chiarimenti sulle effettive volontà dell’Amministrazione milanese.