De Boer di nuovo acido sull’Inter: astio inutile, ancora non ha capito

Il sito olandese Noordhollands Dagblad ha raccolto le dichiarazioni di Frank De Boer al termine del suo primo anno in MLS. Dopo l'esonero dello scorso anno dal Crystal Palace, arrivato dopo 4 sconfitte consecutive,  con l'olandese ha passato l'oceano per assumere la guida dell'Atlanta United con un bilancio di 7 vittorie, 2 pareggi e 5 sconfitte in 14 gare.

L'ex allenatore dell'Inter si è detto soddisfatto dell'esperienza americana, sia per l'affetto dimostrato dai tifosi che per il supporto ricevuto dalla dirigenza del club.Anche ad Atlanta gli inizi non sono stati facili per lui ma senza che ciò abbia causato nessun dramma,trattandosi di un club nato da pochi anni e dunque senza una storia alle spalle.

E qui De Boer torna a parlare dell'Inter e di quanto sia stata diversa la sua storia in nerazzurro nel 2016 proprio in confronto a quanto vissuto ad Atlanta.

All’Inter c’erano ex presidenti con potere che urlavano cose su di te sui media, un direttore tecnico influente, agenti che sono coinvolti, lo sai. Era come la politica. Quando alleni in un club del genere devi saper recitare diversi ruoli. Non è questo il mio punto di forza. Sono quello che vedi, sono sempre in buona fede…“Da un lato, ma dall’altro non voglio vedere un nemico dietro ogni albero. Nemmeno ora che ho avuto esperienze spiacevoli. Non voglio solo trattare con persone così”.

Al di là della scarsa eleganza dei toni e della sostanza, De Boer ha una sola scusante, quella di essere capitato a Milano nel periodo forse peggiore della storia del club, tra sanzioni dell'UEFA per il FFP e un cambio di proprietà in corso d'opera, con tutte le difficoltà che questi eventi eccezionali causarono nei mesi di mercato. 

Dopo di che al tecnico orange occorre ricordare che negli 84 giorni passati alla guida dell'Inter è riuscito a perdere a Chievo nell'esordio del campionato con un 2 a 0 senza storia e subito dopo a pareggiare a San Siro contro la corazzata rosanero del Palermo. Indimenticabili le prove di coppa UEFA contro il Beer Scheva a San Siro e lo Sparta Praga, concluse con due KO , per poi infilare una tripletta (sempre di sconfitte ovviamente) contro Roma, Cagliari e Atalanta. 84 giorni conditi da una sola piccola grande soddisfazione, la vittoria per 2 a 1 a San Siro contro la Juventus, unica occasione in cui la sua Inter somigliò ad una squadra di calcio di rango internazionale.

Quello che De Boer non ha capito è che allenare l'Inter è un onore concesso a pochi, che comporta oneri enormi che le sue spalle non seppero reggere. Le sue parole piene di astio nei confronti di Massimo Moratti e della dirigenza nerazzurra dimostrano che De Boer non capì e probabilmente non ha ancora capito cosa è l'Inter. la sua storia, la sua tradizione, i suoi valori. E' un problema suo, solo suo, per gli interisti la sua panchina rimane una parentesi sfortunata, nata per caso e terminata per fortuna in maniera assai repentina.