Inter, non solo Esposito: Bastoni, adesso non ride più nessuno

C’è qualcosa di nuovo nell’aria a San Siro dopo Inter Genoa. Non è solo Sebastiano Esposito a mandare il suo segnale fragoroso, non solo è il tracciante di Lukaku che fa saltare anzitempo i tappi dello spumante natalizio. C’è un altro ragazzino classe 1999, Alessandro Bastoni, che sta inviando segnali di classe fuori dal comune. Non costa 85 milioni come De Ligt, non guadagna un decimo di quel che la Juventus elargisce al suo giustiziere dello scorso anno in Champions (per tenerlo in panchina da un paio di settimane a questa parte).

Il suo percorso prima di arrivare all’Inter parla di Atalanta e Parma, fino a qualche settimana fa ha mangiato pane e cicoria, sul banco di scuola sistematogli da Antonio Conte per imparare i trucchi del mestiere. Il ragazzo è vispo, ha capito al volo, aveva già dimostrato nelle apparizioni che il mister gli ha concesso di essere in grado di reggere alla grande l’impatto con i grandi.

E’ vero, ieri sera non aveva davanti Suarez o Hurry Kane, Pinamonti e Sanabria hanno poco a che vedere con questi signori, ma certe cose si notano al di là del nome scritto sulla maglia degli avversari.

La prima, la capacità di anticipo: su ogni rinvio lungo, su ogni palla che passava dalle sue parti il suo piedino educato è arrivato sempre per primo. Significa concentrazione massima, capacità di lettura delle situazioni, intuito. E una volta impadronitosi della sfera, ecco la seconda skills di Bastoni, la sua capacità di uscire a testa alta, come solo i professori della difesa sanno fare. Il più entusiasmante a vedersi in questa fase era Alessandro Nesta, che risaliva dalla sua area senza mai abbassare la testa per controllare la palla, che era il primo a sapere dove metterla per trasformare ogni pallone recuperato in un’azione offensiva pulita e potenzialmente importante.

Bastoni ha la stessa elegante capacità, è una dote innata che non si acquista da nessuno e che il tempo può solo migliorare. Lo si è visto ieri sera più di una volta quando subito dopo il recupero ha cercato, anche  con aperture   lunghe e precise, il compagno libero  (un paio di volte Candreva) che meglio poteva proiettarsi in avanti. Uno che non si limita ad appoggiarla al compagno più vicino ma che diventa il primo costruttore

Insieme a De Vrij, Skriniar e Godin, l’Inter può contare su un altro corazziere in difesa, potenzialmente fortissimo. Adesso non ride più nessuno della valutazione di 31 milioni data al ragazzo al momento di rientrare dall’Atalanta, adesso ride solo l’Inter.