Ibrahimovic al Milan, ecco perchè l’Inter è così avanti
Il Milan,alle prese con il FFP, tenta l’avventura riportando a casa un campione di 38 anni. Le scelte dell’Inter ai tempi del Settlement
Babbo Natale sembra aver avuto l’ok dalla Svezia. Zlatan Ibrahimovic è pronto a salire sulla sua slitta e a farsi lasciare sul focolare di casa Milan. Maldini e Boban dovranno far finta di essere sorpresi e di rallegrarsi per il dono ricevuto, dai prossimi giorni i giornali dovranno aumentare le pagine, non potendo ridurre quelle a disposizione di Cristiano Ronaldo e ben sapendo che a Zlatan non piace essere secondo, neanche sui quotidiani.
I tifosi milanisti più lucidi capiranno invece che si tratta della classica toppa, cucita per cercare di sistemare un vestito nato già logoro dalle mani di un sarto che ha dovuto fare di necessità virtù, mettendo insieme gli avanzi di stoffa lasciati dalla faraonica gestione della coppia Fassone Mirabelli con quelli del primo anno di gestione Elliott.
Trovare un nome ad un prezzo di saldo (stipendio escluso) che scaldasse un po’ i cuori dei tifosi non era facile, ma siamo sulla strada di operazioni già conosciute in casa rossonera, che non hanno mai prodotto i risultati sperati. Basti pensare al ritorno di Shevchenko nel 2008 dopo i due anni passati al Chelsea o a quello di Kakà, rientrato a Milanello nel 2013 dopo il quadriennio passato al Bernabeu.
Nel mezzo mettiamo pure i soldi spesi per Paquetà e Piatek, circa 70 milioni per due giocatori che ultimamente hanno frequentato assiduamente la panchina di Pioli, ed il gioco è fatto. Effetti del FFP? Sicuramente, ma sembra opportuno ricordare che il Milan al momento non è soggetto alle regole ferree di un Settlement Agreement, come invece si è trovata l’Inter fino alla scorsa primavera. I nerazzurri avevano le mani legate il Milan no, pur nella necessità di pesare sul bilancino entrate e uscite per non sforare ulteriormente i parametri del FFP.
Agire in queste condizioni non è semplice, anche l’Inter fu a suo tempo protagonista di acquisti onerosi che non hanno mai ripagato gli investimenti almeno sul campo (Kondogbia, Joao Mario, Gabigol). Ma è anche vero che nello stesso periodo l’Inter ha portato a casa gente come Skriniar, De Vrij, Lautaro Martinez che oggi formano la spina dorsale della squadra di Conte e delle sue ambizioni.
Al Milan siamo ancora in mezzo al guado, a nuttata a da passà. Se la ricostruzione passa dall’acquisto di un 38enne, per quanto bravo e famoso, significa che la ditta è intenta ad abbellire balconi e facciate mentre il problema sta nelle fondamenta.