Altro giro, altra corsa, altra prova di altissimo livello per Bastoni, che al San Paolo sostiene un vero e proprio esame di laurea senza tentennamenti. Forse troppo lontano da Callejon quando mette l’assist per Milik ma è l’unica ombra in una prestazione di sole luci.
Il giovanotto non ha paura di niente, nella ripresa arriva addirittura al limite dell’area al termine di inserimento prepotente. Potrebbe tirare ma vede a destra la sagoma enorme di Lukaku, e allora si ricorda di essere un difensore centrale e per di più di 20 anni. Il rispetto per il bomber di ruolo gli impone di non essere egoista e di cercare la strada più naturale per concludere l’azione e così scarica a Romelu su cui però rinviene un difensore del Napoli. Ha fatto la cosa giusta, poteva tentare il colpaccio personale e andare di diritto sulle prime pagine dei giornali di oggi. Anche da questo si inquadra la maturità emotiva di quella che ormai è la più bella sorpresa di casa nerazzurra di questa prima parte di stagione. Oltre alla dimensione tecnica ovviamente, che lo sta instradando per le vie dei migliori in assoluto in Italia. 19 milioni più Bettella e Carraro fu pagato all’Atalanta due anni fa, molti non lo ricordano, o forse fanno finta di non ricordare per non arrossire.
In due stanno a guardarlo, non solo metaforicamente. Il primo è l’olandese volante, suo coetaneo, alto, biondo, De Ligt, 85 milioni all’Ajax, 4 anni di ingaggio a lui partendo da 8 milioni l’anno per arrivare a 12 (solo per capirsi, l’ingaggio di Bastoni ammonta a 0,3 milioni l’anno). Al lordo delle tasse fanno poco meno di 140 milioni e fanno anche tanta panchina, visto che Sarri continua da diverse settimane a preferirgli Demiral. Poi certo, davanti alle telecamere, il mister bianconero recita le parole d’ordine di De Ligt destinato a diventare il più forte di tutti, ma tra qualche settimana tornerà anche Chiellini e allora ci sarà da ridere.
Il secondo spettatore interessato è Diego Godin, il totem arrivato a parametro zero che doveva dare autorevolezza e tranquillità ad una difesa già di per sé ottimamente assortita con Skriniar e De Vrij. Il comandate uruguaiano si è un po’ perso nelle praterie che la difesa a tre di Conte gli impone di coprire. In più Bastoni ha il piede educato alle ripartenze precise e veloci e la fame di un ventenne che vuole spaccare il mondo. E’ la ruota della vita che gira, la saggezza dell’uomo, le 33 primavere ed il palmares formidabile permettono a Godin di avere un ruolo di straordinaria importanza comunque, suddiviso tra il campo alla bisogna e quello di maestro con il giovane che scalpita.
L’abilità di Conte in queste settimane è stata quella di dar fiducia a Bastoni senza toglierla a Godin, nessuno deve sentirsi privilegiato ma neanche accantonato, tanto più se hai le spalle e la statura umana e tecnica dell’uruguagio.