Anastasi, il calcio italiano senza lacrime e senza vergogna
Per un momento mettiamo l’Inter in stand by. Ogni tanto vale la pena fermarsi a riflettere su altri aspetti del calcio, flash che raccontano quanto di positivo e di disumano ci sia in questo sport e in chi ne tira le redini. Il piccolo tifoso azzurro in lacrime durante Napoli Fiorentina parla di tanti di noi, più o meno giovani, che maturano la passione sulle ginocchia dei genitori e se la portano dietro tutta la vita come una malattia incurabile. Parla della passione, del coinvolgimento emotivo che il calcio suscita, che in qualche maniera, a suo modo, contribuisce a forgiare l’animo delle persone insieme naturalmente alle cose più serie. Parla del contrasto stridente tra l’amore puro per i colori del calcio vissuto attraverso le lacrime di quel bimbo e le nefandezze che quotidianamente si leggono sui social. Potendo farlo, vorrei dire a quel bimbo di restare così per sempre, di buttare nell’immondizia cellulare e pc perché gli faranno scoprire, da qui a poco tempo, che questo calcio non merita le sue lacrime.
Pianto invece pienamente meritato da Pietro Anastasi, un grande del calcio italiano, morto nel silenzio assordante di quasi tutti. Solo a Lecce e a Torino il pallone che conta si è fermato per ricordare un personaggio che ha vestito ed onorato la maglia azzurra, insieme a quelle di Inter e Juventus negli anni più belli della sua carriera. Chi non lo ha conosciuto vada a rivedere il suo gol contro la Jugoslavia nella finale dell’Europeo del 1968.
La moglie del centravanti, rispondendo ad un post di Maurizio Pistocchi ha detto “Non voglio fare polemiche non ne ho voglia… Ieri la Lega non ha fatto fare un minuto di silenzio per Pietro perché non c'era il tempo materiale di organizzare .. così hanno giustificato.. meglio che non mi esprimo… Scusate..ancora grazie”.
I padroni del vapore, loro si che dovrebbero piangere, ma di vergogna per quello che hanno/non hanno fatto. Ma esiste ancora il sentimento della vergogna nel calcio italiano? Le domeniche che passano ci dicono di no, fra tante polemiche.
Quello che hanno fatto a Pietruzzo Anastasi lo conferma.