In giorni di quarantena causa virus, anche per i giocatori i social diventano l’unico modo per rapportarsi con l’esterno. E’ il caso di Romelo Lukaku che oggi ha parlato in diretta su You tube con un grande ex dell’Arsenal, Ian Wright. Romelu ha parlato a lungo della situazione di grande difficoltà che sta vivendo a Milano a causa del virus. Senza poter vedere la mamma, il figlio, il fratello e gli amici, senza poter uscire di casa le giornate sono interminabili. L’Inter gli ha fatto recapitare una bicicletta da camera, come a tutti gli altri giocatori, gli fa arrivare i pasti preparati sulle indicazioni del dietista della società.
Poi Romelu ha virato sulla situazione sportiva, ricordando il suo addio al Manchester United dello scorso anno. Il tecnico Ole Gunnar Solskjaer gli aveva chiesto di rimanere ma la strada per l’Italia ormai era spalancata. Il centravanti belga ha confessato che la Juventus ad un certo punto del mercato fu davvero molto vicina. “Ma la mia mente era sempre rivolta all'Inter e al suo allenatore. L'Inter per me è stata sempre la squadra di riferimento in Italia”.
Lukaku ha sottolineato il clima di grande unità che regna nello spogliatoio nerazzurro diversamente da quanto accadeva in Inghilterra. “Qui In Italia ogni 2-3 settimane facciamo delle cene di gruppo, alle quali partecipano tutti. Uno o due giocatori offrono a turno e portano a cena tutti quanti.”
Dopo aver confessato di credere ancora nello scudetto finchè la matematica non dirà il contrario, Romelu ha parlato a lungo del suo rapporto con mister Conte. “La cosa importante è essere nella posizione giusta, quella che ti chiede. Dopo ogni partita, abbiamo sessioni video dove esaminiamo ogni giorno il primo tempo di una partita, poi il secondo. E non ti addormenti mai, perché Conte usa degli schemi e quindi rivedi gli schemi tutte le volte, e lui ti fa notare sempre se eri nella posizione sbagliata o hai sbagliato un determinato passaggio, davanti a tutti. Con me lo ha fatto dopo il match contro lo Slavia Praga, per cinque minuti ha parlato di quando un difensore ha vinto un duello contro di me e ha festeggiato, martellandomi davanti a tutti. Fu la prima volta che mi successe in dieci anni di carriera, in quel momento o reagisci e inizi a giocare bene oppure ti butti giù, io però non potevo essere così infantile e ho continuato a lavorare. Qualche giorno dopo giocammo contro il Milan e lì feci una delle migliori partite della stagione. Ho fatto quello step mentale dopo quelle critiche davanti a tutti”.