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Inter, l’odio di Chiellini fa sorridere, il suo futuro no

Sportivamente odio l’Inter” . Questo il buongiorno che arriva oggi ai nerazzurri da parte di Giorgio Chiellini, lo confessa nella sua autobiografia di cui tutte le testate parlano. Sarà interessante leggere le gesta,  i sentimenti che le hanno accompagnate, i ricordi, gli aneddoti, di uno che ha vinto tutto sui campi di calcio. Oddio, proprio tutto no,  ma questo è un particolare insignificante.

I suoi giudizi sferzanti riportati su Balotelli e Felipe Melo sono una vera libidine per i titoli da sparare sui siti. A noi interessano poco, così come le risposte dei diretti interessati, non meno velenose, già pervenute e già oggetto di dibattiti approfonditi.

Il suo odio non ci tange, la frase stessa  parla per lui.   Potrebbe ferire quello di altri personaggi di ben altra caratura sportiva ed umana,  non certo il suo, pur se edulcorato da quell’avverbio “sportivamente” che molto somiglia ad una foglia di fico.

Quello che incuriosisce è come per l’ennesima volta un giocatore bianconero senta il bisogno impellente di dare lezioni di vita e di moralità urbi et orbi. Una volta questo era il terreno preferito di Gigi Buffon che per anni ci ha seppellito di pillole valoriali nelle sue innumerevoli interviste. Ora che il portierone ha meno occasioni di andare davanti alle telecamere evidentemente tocca ad altri riprendere la sua missione educativa.

Socrate ha detto che “L’insegnante mediocre racconta. Il bravo insegnante spiega. L’insegnante eccellente dimostra. Il maestro ispira.

Qualche lezione di comportamento la ci si potrebbe aspettare da gente come Del Piero, Zanetti, Maldini, gente che ha onorato il calcio ad ogni latitudine prima con il proprio comportamento che con le loro performances. Se hanno scritto di sé stessi lo hanno fatto per raccontare, non per dare lezioni agli altri.

Cos’ha da dimostrare Chiellini ai discenti? Cosa può inspirare loro uno come lui? Al massimo può far capire come si reagisce di fronte ad un PRESUNTO torto subito dalla vita, un arbitro (mettiamo il caso) che ti fischia un rigore decisivo contro al 90mo. La flemma, la moderazione, la signorilità discreta con cui accusò l’arbitro  Oliver di essere un prezzolato restano una pietra miliare nella storia della educazione sportiva.

Almeno Buffon ci metteva un pizzico di umanità con le sue lacrime spante in diretta TV ogni volta che alla Juventus succedeva un rovescione.

Chiellini invece è un professionista freddo, lucido, calcolatore, mentalità frutto anche della sua laurea in business administration con 110 e lode e tesi sulla Juventus. Il suo futuro è scritto, è già pronto a togliersi le scarpette da calcio e infilarsi la grisaglia dirigenziale d’ordinanza perché di gente come lui ilclub binanconero ha sempre bisogno. Se per diventare un degno emulo di Moggi o di Boniperti questo solo il tempo la dirà.