Se hai 24 anni, una laurea in una università americana e giochi nell’Inter vuol dire che hai capito tutto della vita. Se a questo si aggiunge una cascata di capelli biondi ed un fisico da modella il capolavoro è completo. Eleonora Goldoni si è affacciata alla serie A con la maglia dell’Inter con intelligenza, con modestia ma anche con tanta caparbietà.
Cosa si poteva aspettare di diverso con un papà che l’ha portata a vedere l’Inter per la prima volta a sette anni con una maglia di Vieri lunga fino alle ginocchia, un Inter Reggina finita 6 a 0, al termine della quale rimase incantata dalle capriole di Oba Oba Martins fino a dire “papà voglio diventare come lui?”
Agli inizi giocava coi maschietti, poi a Ferrara in serie C vinse tutto quello che c’era da vincere tra campionato e coppe di categoria con in più il titolo di capocannoniere con 57 gol. L’anno successivo la sua squadra non vinse la serie B, lei si confermo bomber d’eccezione con altri 25 palloni messi alle spalle dei portieri avversari.
Mentre è in America per gli studi, giocando ovviamente il torneo universitario, le Nazionali iniziano ad accorgersi di lei. Prima l’Under 19, poi nel 2018 la prima convocazione di mister Bartolini nella nazionale maggiore. Nel 2019 l’esplosione in azzurro alle Universiadi di Napoli, 4 presenze con 3 gol, poi la chiamata dell’Inter. Eleonora ha raccontato in una recente intervista che quando arrivò la telefonata decisiva stava parlando con suo padre, a quel punto gli occhi che illuminarono di gioia furono 4.
Prima dell’interruzione per il covid, 7 presenze in prima squadra per lei. Aspettava con ansia il primo gol in serie A con la maglia nerazzurra, la pandemia l’ha costretta a rinviare l’appuntamento.
Ok, diranno molti ma…per il resto? Eleonora è brillante, presente sui social (oltre 206 mila followers non sono pizza e fichi) ma sulla sua vita privata è decisamente riservata. Un solo accenno qualche anno fa a Gianluca Di Marzio, mentre era negli Stati Uniti, “magari un giorno tornerò in Italia. Lì ho sempre il mio fidanzato e la mia famiglia”.