Se le notizie di ieri troveranno conferma nelle prossime ore, l’ingaggio di Hakimi sarà un colpo di mercato eccezionale per l’Inter. 22 anni, una stagione giocata a Dortmund su livelli altissimi con 9 gol e 10 assist in 44 presenze, la consacrazione a livello europeo proprio nella serata più brutta per la squadra di Conte in Champions League, ribaltata nella ripresa da due gol del giovane marocchino. Il ragazzo era seguito da tempo dallo staff nerazzurro ma fu proprio in quella occasione che tutti si convinsero definitivamente che Hakimi era il giocatore giusto per permettere all’Inter il salto di qualità sulle fasce.
Il resto lo hanno fatto il covid, mettendo il Real Madrid nella condizione di dover vendere per poter fare mercato, e la volontà del giocatore, per niente entusiasta di andare a fare la riserva a Carvajal e convinto dal progetto di Suning e Conte. Anche Bayern e Manchester City erano in fila per il giocatore, addirittura con offerte più corpose di quelle dell’Inter, entrambe rifiutate.
Le cifre parlano di 40 milioni di euro più 5 di bonus per il cartellino e 5 milioni di ingaggio per Hakimi, importi che, in relazione alla qualità del giocatore, sono tali da far sorridere anche il bilancio dell’Inter. L’ingaggio del giocatore potrà scontare gli effetti benefici del “decreto crescita” dello scorso anno, vero alleato di Marotta e c. nella vicenda di mercato visto che il lordo dell’ingaggio peserà sulle casse societarie per circa 6,5 milioni di euro invece dei 10 previsti con il regime normale di tassazione. Considerando gli 8 milioni di ammortamento il costo complessivo per Hakimi arriverà a non più di 14,5 milioni di euro.
L’Inter ha solo un compito adesso: chiudere l’affare rapidamente, per evitare possibili ritorni di fiamma della concorrenza ed assicurare all’Inter quello che pare essere davvero il primo degno erede di Maicon.