L’Inter lascia ogni pur piccola residua speranza di concorrere per qualcosa di importante sul prato di San Siro dopo la rocambolesca sconfitta contro il Bologna di Sinisa Mihailovic che per la seconda volta in due anni raccoglie il bottino pieno contro la sua vecchia amata società .
Il risultato ha causato un contraccolpo pesante nella squadra e nella dirigenza, tutti chiusi a lungo in conclave nello spogliatoio dopo la batosta.Conte, nero come non mai ha detto ai microfoni delle TV che : “è il primo anno di lavoro con l'Inter e ho preso un pacchetto preconfezionato”. Logico chiedersi cosa c’era che il mister che non gradiva 12 mesi fa dell’Inter che il suo mentore Marotta gli stava mettendo a disposizione. Non voleva Lukaku, Sensi e Barella? Oppure voleva tenere Icardi, Perisic e Nainggolan? O cos’altro? E se le cose stanno così perché ha accettato una pietanza che non gli piaceva per niente?
Poi ha concluso: ” Da qui alla fine dovremo dimostrare tutti di meritare l'Inter. Altrimenti è giusto prendere anche altre decisioni”. Ma come, dove è finito l’entusiasmo dei mesi passati, la sua vis pugnandi, le bellissime parole con cui molti si sono sciacquati la bocca? La mentalità vincente, la serietà, la dedizione, il sacrificio… Marotta aveva quasi convinto i tifosi che Conte potesse essere davvero il valore aggiunto, il mago della sovraperformance capace di trasformare Gagliardini e Biraghi in Mattheus e Brehme. Invece i leoni restano leoni e gli agnelli restano agnelli.
I conti si faranno alla fine, prima di parlare di abbandonare la nave sarebbe magari opportuno che il mister tirasse fuori la “cazzimma” per la quale andava famoso qualche anno fa. Oppure è rimasta in qualche armadietto torinese e per avere anche quella serve un bonus oltre lo stipendio?
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