Mio nonno, vecchio milanese Doc, raccontava la storiella de “i Duu Mai Cuntent” per spiegarmi chi non si goda il momento felice; ieri, durante la partita Inter – Torino, mi è tornata alla mente proprio questa situazione.
Fin dall’incontro contro il Verona, sciaguratamente pareggiato, i tifosi a gran voce hanno invocato la vittoria contro i Granata. Bene. La vittoria è arrivata e l’Inter, con un balzo, si ritrova al secondo posto in compagnia di quella Lazio che, prima dello stop forzato, fu incensata da tutti come la sorpresa del campionato e con un punto di vantaggio sull’Atalanta, da tutti definita come la Regina del torneo. E i Mai Cuntent diranno “eh, ma siamo a 8 punti dalla Juve”.
La partita di ieri non è stata certo brillante per almeno 45 minuti. Errori individuali, troppa sufficienza, svagatezza. Il clima da stadio vuoto sembrerebbe aver riempito la testa dei nostri giocatori, ma bisogna ammettere come nel secondo tempo intensità ed impegno non siano mancati e che la reazione sia stata importante. I gol sono stati festeggiati dalla squadra, segnale a mio avviso da sottolineare; da notare anche come sul 2 a 1 non si siano fermati ed abbiano giocato,finalmente, per chiudere la partita. E i Mai Cuntent diranno “eh, ma nel primo tempo abbiamo giocato male”.
La presenza di Marotta con l’intervista pre partita , le dichiarazioni del Mister nel post gara ed i sorrisi dei giocatori al triplice fischio hanno contribuito a rasserenare un ambiente intossicato da notizie uscite a poche ore dall’incontro. Anche la Curva Nord, con lo striscione appeso fuori dal Meazza, non ha fatto mancare il tifo più caldo. E i Mai Cuntent “ eh, ma contro il Torino il minimo era vincere”.
L’Inter è ancora in corsa per chiudere bene la stagione. L’Europa League è tutta da giocare. Siamo sicuramente preparati fisicamente e tecnicamente ai prossimi mesi, che non saranno semplici. In questo momento non possiamo abbassare la guardia e, tutti, dovremo mantenere i nervi saldi. Non lasciamoci pervadere dal disfattismo e facciamo la nostra parte, lasciando i Mai Cuntent con la loro, perenne, ricerca dell’infelicità.