Il giorno della partita, nel corso di questi anni, è stato radicalmente stravolto per questioni, non sempre, legate al puro aspetto sportivo; per chi, come me, è nato alla fine degli anni '70, le partita erano alla domenica. Tutte. Radioline e telecronache erano la collegate su “Tutto il calcio minuto per minuto” ed i collegamenti rimbalzavo dai campi di tutta Italia.
Verso la fine dei primi anni '90 sono stati introdotti i posticipi che, in origine, vedevano giocare il turno della partita di cartello in un contesto notturno,oggettivamente, affascinante; non vogliamo analizzare il cosiddetto “calcio spezzatino” di britannica concezione, ma percorrere le differenze tra i preparativi alla partita pre covid e quelli attuali.
Partiamo dai tifosi da stadio: l'avvicinamento all'impianto era una delle più religiose cerimonie atee; sempre la stessa strada, possibilmente lo stesso parcheggio,sicuramente gli stessi vestiti e compagni di viaggio. L'entrata era spesso accompagnata da un panino al solito chioschetto con i tifosi che, indossando sciarpe e cappellini, parlavano della propria squadra del cuore con entusiasmo tenendosi lontani da pronostici sulla la partita che stava per iniziare. Una volta entrati allo stadio la disposizione era sempre la medesima, in ricordo di vittorie che, sicuramente (siamo ironici), erano dovute a quella e non alle tattiche o ai campioni in campo.
I tifosi da casa avevano riti simili, ma scanditi da tempistiche diverse. Intorno al video sempre le stesse persone e guai ad invitarne di nuove e campionato iniziato, generi alimentari e bevande sui tavolini e, neanche da dire, sempre nella stessa casa, anche in questo caso principale fautrice di successi calcistici (ironia anche in questo caso).
Dalla ripresa del campionato tutto questo non è stato più possibile, nel caso dello stadio, o fortemente limitato in caso di partite seguite da casa; si sono moltiplicati i gruppi su whatsapp, si seguono le dirette facebook dei tifosi, si assiste alla partita ascoltando le frasi dei giocatori in campo, spesso non proprio di estrazione oxofordiana. Lo spettacolo è cambiato, come siamo cambiati noi da marzo 2020.
Lo sport ha sempre significato molto nella quotidianità e, seppur scossi ed ancora lontani da una normalità che auguriamo a tutti di ritrovare presto, anche in questi momenti travagliati non cambia. Il tifoso ha sempre quella lucida speranza che, durante i 90 minuti della partita, la vicissitudini fuori dal campo vengano dimenticate, per potersi divertire con i propri colori.
Serrate le fila, prendete posto. Stasera gioca l'Inter. E noi con Lei.