All'Inter resta la tanto bistrattata Europa League per rendere una buona stagione un'ottima stagione. Con la qualificazione alla prossima Champions League acquisita senza patemi, lo scudetto ormai lontano, nelle dichiarazioni post Fiorentina Antonio Conte ha fatto capire di non pensare più di tanto a queste ultime tre giornate di campionato, ma di essere già focalizzato sul mese di agosto dove si giocherà la fase finale dell'Europa League in Germania.
Posto il concetto che in campionato c'è più poco da chiedere, sarebbe da scongiurare una debacle finale scivolando al quarto posto. Per una società che non solleva un trofeo dal 2011, vincere di nuovo sarebbe una bella boccata d'ossigeno. Certo, l'Europa League non è la Champions, ma da qualche parte bisogna pur ricominciare. Inoltre vincere l'Europa League, cosa mai riuscita a nessuna italiana da quando è cambiato il nome della vecchia Coppa Uefa, oltre al prestigio darebbe la possibilità di giocarsi un ulteriore trofeo a settembre, la Supercoppa Europea contro la vincente della Champions League e da la possibilità di essere in 1a fascia nel sorteggio della fase a groni della prossima Champions League, evitando magari un girone di ferro.
Per trionfare, l'Inter ha bisogno di una svolta, più che tecnica, a livello caratterale e di motivazioni che in questo finale di stagione sembrano mancare. C'è bisogno del fuoco dentro, della voglia di vincere e “ammazzare” l'avversario che la squadra di Conte ha dimostrato nella prima parte di stagione, perchè avere una delle rose più forti, se non la più forte, non basta se la testa manca. Inoltre, dovranno salire di colpi molti uomini chiave dello scacchiere nerazzurro. Su tutti Lautaro, che dovrà tornare ad essere quel mix letale tra “El Kun” Aguero e Carlitos Tevez che era fino a prima del lockdown, ci vuole l'Eriksen del Tottenham e una difesa che torni ad essere ermetica come lo fu fino a fine 2019. In Europa League l'Inter e Conte si giocano tanto del proprio presente ma soprattutto del proprio futuro.