Nonostante una stagione ancora tutta da giocarsi per aggiudicarsi il secondo posto in campionato e sognare un'impresa tutt'altro che fuori portata in Europa League, é giá tempo di primi bilanci in casa Inter. La vittoria di Marassi contro il Genoa ha permesso di eguagliare il record di punti dell´era post triplete (2010-2011) con due giornate di anticipo. Dato e ricorrenza non casuali, considerato che la rosa di allora, guidata da Rafa Benitez prima, e da Leonardo poi, non solo era composta perlopiú dagli artefici della cavalcata trionfale che vinsero tutto l´anno precedente con José Mourinho, ma fu anche l´ultima compagine nerazzurra capace di portare a Milano dei trofei (Supercoppa italiana, Mondiale per Club e Coppa Italia).
Di trofei al momento l´Inter di Antonio Conte non ne ha conquistati, ma l´Europa League é ancora tutta da giocare, e centrare il secondo posto in campionato, nonostante luci e ombre di una stagione che lascia senza dubbio qualche rimpianto, significherebbe raggiungere l´obiettivo massimo prefissato dalla societá ai nastri di partenza. Una crescita dunque c´é stata ed é tangibile, i 76 punti a due giornate dal termine ne sono la prova. Malgrado ció, le voci che vedrebbero i nerazzurri disposti a sacrificare alcuni dei suoi big, protagonisti tra gli artefici del citato processo di evoluzione dell´Inter sotto la guida del tecnico leccese, sono comunque insistenti. Su tutti i nomi di Skriniar, Godin, Brozovic e persino l´ultimo arrivato Eriksen sono stati citati come potenziali partenti e sacrificabili per fare spazio a nuovi innesti.
La domanda sorge spontanea: dinanzi ad un tale significativo miglioramento, vale veramente la pena privarsi dei propri pezzi da novanta, a prescindere dal rendimento piú o meno altalenante, a vantaggio di un elevato numero di nuovi innesti con i quali, peró, toccherebbe comunque ripartire da zero? Non sarebbe soluzione migliore liberarsi esclusivamente degli esuberi (Dalbert, Perisic, Joao Mario e Lazaro su tutti) e di coloro i quali hanno dimostrato di non poter competere ad alti livelli e di non essere da Inter, e quindi intervenire con acquisti mirati nei ruoli dove ancora occorre mettere mano alla quantitá e/o alla qualitá della rosa (fascia sinistra, mediana, e attacco)?
Vendere, o addirittura svendere, giocatori che in passato hanno dimostrato il proprio calibro sul campo, chi con la maglia nerazzurra, chi con quella di altri top club europei, potrebbe davvero essere un peccato capitale e, considerando gli investimenti che andrebbero poi fatti sul mercato per sostituirli, anche un costoso azzardo. Recuperare invece la miglior forma di questi big, mettendoli in condizione di poter esprimere al meglio il proprio gioco anche a discapito di un modulo sul quale sin qui, probabilmente, ci si é fossilizzati troppo a lungo, potrebbe dare credito ad un processo di continuitá e crescita che porti presto i suoi frutti.