Dopo l’immagine del Duomo con l’ombra di Messi realizzata dalla Tv di Suning, Conte ha detto che è più facile spostare la Cattedrale di Milano che far arrivare il fuoriclasse argentino all’Inter. Nonostante tutto le voci continuano a circolare, pure illazioni nate dopo la notizia della residenza che il papà della Pulce intenderebbe prendere nel capoluogo lombardo. Le indiscrezioni parlano di motivi fiscali, altro non è dato sapere. Marotta dal canto suo ha smentito subito, giustamente. Non se ne parla neanche, viste le condizioni dei bilanci in epoca post covid e visto che la stampa specializzata non aspetta altro che gridare per l’ennesima volta Inter beffata.
L’Ad nerazzurro d’altronde ha già le sue belle gatte da pelare in agenda. La Pinetina nelle prossime ore vedrà il ritorno di molte facce conosciute. Non ci sarà la banda fuori dai cancelli a salutare il rientro di Lazaro, Dalbert, Joao Mario, Perisic e perché no, pure il Ninja Naiinggolan. Inutile dire che la dirigenza nerazzurra sperava che almeno qualcuno di loro venisse riscattato dalle società nelle quali hanno giocato l’ultima stagione in prestito, senza però che il desiderio si esaudisse.
E dunque, mentre sotto l’ombrellone si sogna Messi, in Viale della Liberazione scatta l’allarme. Nello scacchiere di Conte è praticamente impossibile che i rientranti trovino spazio, con l’unica eccezione, forse, di Nainggolan. Il problema non è tanto del tecnico quanto di Marotta, chiamato a trovare una sistemazione definitiva a tutti, come richiesto dal mister e dal bilancio, in modo da evitare sovraffollamenti pericolosi e offrire un supporto quale che sia alle risorse destinate al mercato. Con un unico imperativo: evitare minusvalenze.
Marotta è rinomato per la grande abilità di venditore. Ma lui per primo sa che un conto è proporre a giro per l’Europa Pogba o Icardi, ben altro discorso è offrire i giocatori in questione. Lo scorso anno riuscì a risolvere la situazione con i prestiti gratuiti o scambi di prestiti (Dalbert–Biraghi), quest’anno è chiamato ad estrarre dal cilindro una soluzione più concreta e possibilmente a tempo indeterminato. Tocca a lui dimostrare che è davvero più semplice vendere merce anche non pregiatissima piuttosto che vedere Messi con il 10 a San Siro in maglia nerazzurra.