Inter, lo sfogo di Conte è un segnale di addio o di rilancio?

Secondo posto conquistato, miglior Inter a livello di punti e posizione in classifica dal 2011 e tantissime altre eccellenti statistiche, più una grande prestazione pensando all'Europa League. Eppure l'ambiente Inter è sempre una polveriera. Antonio Conte nel post partita si è lasciato andare a dichiarazioni piuttosto pesanti all'indirizzo del proprio club, dicendo di non sentire la protezione della società nè dentro nè fuori dal campo.

“Non è stato riconosciuto il lavoro dei ragazzi, non è stato riconosciuto il mio lavoro, ho trovato scarsissima protezione da parte del club. Zero assoluto.” Parole pesanti che fanno riflettere, ma che poi stupiscono fino ad un certo punto. Molte volte Antonio Conte si era lamentato nei confronti della società, nella prima parte di stagione soprattutto per il mercato, nelle ultime uscite per il calendario (battute non troppo nascoste anche verso la società per il poco peso politico), ambizioni e mentalità del club (“i secondi sono i primi dei perdenti, ma qualcuno si accontenta così”). Ora lo sfogo completo, con però ancora un'Europa League da giocare.

“Non mi piace quando la gente sale sul carro, ci deve stare sia nei momenti positivi sia in quelli negativi, qui all'Inter non è stato così, mi spiace dirlo. Oggi ho visto salire sul carro tanta gente che non doveva salire, quando invece le palate di cacca le abbiamo prese io e i calciatori. Ognuno ha cercato di coltivare il proprio orticello. Io ci metto sempre la faccia davanti a tutti, ma fino a un certo punto, perché uno non è mica scemo. Il parafulmine uno lo fa il primo anno, il secondo no…”. Lo sfogo continua così con parole molto sibilline. L'ultima frase sembra un segnale d'addio, anche se questo è molto difficile che accada per diversi motivi, economici in primis.

 Le parole di Conte sono un segnale alla società, a qualche rappresentante della società. Qualcosa va cambiato per crescere. Conte chiede di eliminare qualche mela marcia, perchè per vincere, secondo l'idea del tecnico pugliese, bisogna crescere non solo dentro il campo, come fatto quest'anno, ma anche fuori.