Dura apertura di Leo Turrini sulla prima pagina del Quotidiano Sportivo per commentare la situazione di acque movimentate in casa Inter a seguito delle amare dichiarazioni di Antonio Conte di sabato scorso, che hanno scosso letteralmente l´ambiente nerazzurro, destabilizzandolo nonostante il concludersi di un ottimo campionato e una stagione ancora tutta da giocarsi con l´imminente Europa League.
Il giornalista del QS cita esempi precedenti (Mancini nel 2008, Mourinho nel 2010 e Benitez nel 2011) e spiega come tali vicende, allenatori tormentati, esonerati o partenti nel momento dei festeggiamenti, appartengano al DNA del club di viale della Liberazione, che anche in passato, non ha mai saputo godersi la meritata pace e si é sempre ritrovata (o messa) al centro di polveroni e polemiche.
La critica di Turrini, in questo senso, si rivolge poi anche a Conte, le cui qualitá in quanto tecnico sono indiscusse, ma i cui tormenti interiori e nemici da combattere creati da egli stesso, lo portano sempre ad una forma di sportivo autolesionismo e uscite teatrali che in fondo tanto lo accomunano alla sua Inter: “Insomma, Antonio Conte si illudeva, se pensava che per cambiare il DNA nerazzurro bastasse cancellare l´inno ´Pazza Inter´. Fosse cosí semplice! Di piú. Il personaggio si presta a gesti teatrali. Il divorzio dalla Juve a ritiro appena iniziato fece epoca. La lite al Chelsea con il satrapo Abramovich ha riempito le cronache giudiziarie londinesi”.