Lukaku, il bomber dal primato che nessuno può eguagliare

Il calcio è uno sport di squadra. Questo è un dato acquisito, un postulato che quasi nessuno osa mettere in discussione. Ci sono tanti giocatori che partendo da qui hanno costruito carriere lunghe e decorate. Perché sì, la giocata te la fa il fuoriclasse, l’applauso te lo strappa il funambolo ma per vincere o sei una squadra, con meccanismi oliati a dovere, o non fai molta strada; o sei un giocatore dedito completamente al collettivo, al servizio del compagno, oppure la tua bacheca corre il serio rischio di rimanere tristemente vuota. Lo dicono i dati, lo dice la storia.

Romelu Lukaku, che con il trentesimo gol stagionale con la maglia dell’Inter ha spianato il successo per la vittoria di Europa League contro il Getafe, è uno di qui giocatori che incarna alla perfezione questo spirito. Generoso e inesauribile, a fine partita lo puoi trovare sempre in un bagno di sudore per i chilometri percorsi e il lavoro svolto con chirurgica abnegazione. Ligio ai dettami tattici, difficilmente concede varianti al suo repertorio, ma esegue lo spartito con assoluta padronanza e precisione.

Insomma, Romelu è uno di qui giocatori su cui puoi contare sempre. È un amico che non tradisce e non ti lascia mai nei guai. I problemi del compagno diventano i suoi problemi. Si carica le responsabilità sulle spalle e lascia agli altri la possibilità di sbagliare. Proprio come farebbe un fratello maggiore che ti copre le spalle all'occorrenza. E in ciò lui è davvero un primatista. In questa stagione, poi, è stato straordinariamente decisivo per l’Inter, tanto che un terzo dei gol realizzati dalla squadra di Conte porta la sua firma.

Il gigante buono, con un'infanzia difficile alle spalle, che con tenacia e impegno ha inseguito il suo sogno e l’ha realizzato, in Europa League ha dato un’altra dimostrazione della sua smisurata grandezza. Le dichiarazioni a fine partita, infatti, sono pregne di onore. Non capita tutti i giorni di sentire un calciatore che, pur sapendo di avere meriti enormi, dice di essere felice per il gol di Eriksen. Perché lui sa cosa può significare per l’amico un gol in una competizione così importante e in un momento delicato che non lo vede ancora inamovibile nello scacchiere del mister.

L’Inter non ha ancora vinto niente, ma Lukaku può essere già insignito della palma d’oro dell’altruismo. Qualità che per un bomber – che dovrebbe essere vorace di gol e denso di protagonismo in campo –  lo fanno essere un unicum nel panorama calcistico. Merce introvabile, nemmeno a pagarla oro zecchino. A volte attaccato ingiustamente per qualche errore sotto porta (sfido chiunque ad essere sempre lucidi se ogni partita ti sbobini 15 Km e a volte tocchi la punta dei 36 km orari), il belga non si cruccia e risponde con il solito sorrisone stampato in volto. Perché la giornata perfetta, Romelu lo sa, è quella nella quale hai la sensazione di aver fatto qualcosa per qualcuno che non ti potrà capire né ripagare.

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Aldo Virginio Rotolo