Diego “El Flaco” Godin è il leader carismatico dell'Inter. Nelle ultime tre partite contro Atalanta, Getafe e Bayer si è trasformato in un vero e proprio muro, con prestazioni che sono tornate ad essere al livello di quelle con la maglia dell'Atletico Madrid e della nazionale uruguaiana. La sua esperienza e il suo carisma sono fondamentali in partite come queste, lui che tra nazionale e club ne ha giocate moltissime di queste sfide. Quando bisogna indossare l'elmetto e andare a fare la guerra, Diego, è il primo della fila e il primo che un allenatore sceglierebbe per la propria squadra.
Arrivato a parametro zero dall'Atletico Madrid come il gran colpo che doveva rendere una saracinesca la difesa nerazzurra, ha incontrato molte difficoltà iniziali. Le sue prestazioni sono sempre andate peggiorando, tanto che Conte nella seconda parte di stagione lo ha accantonato preferendogli il giovane Bastoni. Tante le problematiche, con Godin che veniva giudicato inadatto per caratteristiche a ricoprire il ruolo di centrale di destra nella difesa a tre, si parlava di un rapporto non idilliaco con Conte e di una cessione praticamente certa a fine stagione.
Poi tutto è cambiato. Godin, nel post lockdown, è cresciuto molto, sia a livello fisico che tattico. Come ammesso da lui stesso nell'intervista post partita di ieri sera, ha detto di aver lavorato moltissimo per recuperare posizioni nelle gerarchie di Conte, soprattutto a livello fisico. Ha scalzato Skriniar dal posto di titolare e sta convincendo tutti, in campo e fuori.
Ieri sera ha dimostrato con le sue parole di essere un vero leader ed un professionista esemplare, un elemento fondamentale in uno spogliatoio di una squadra che vuole vincere. “E' importante la parte umana,anche quando sono rimasto in panchina, ho sempre rispettato chi giocava. Metto sempre la squadra davanti e quello che conta è che l'Inter vinca”. Parole da leader vero, parole da Diego Godin.