L'occasione che avrà l'Inter lunedì contro gli ucraini dello Shakhtar Donetsk, e cioè quella di centrare una finale europea a distanza di dieci anni, è un'occasione troppo ghiotta per essere fallita. Di momenti bui ve ne sono stati tanti ed ora che forse si inizia a intravedere la luce in fondo al tunnel, sarà necessario non buttare al vento occasioni. La finale è sicuramente un obiettivo alla portata dei ragazzi di Antonio Conte ma per ottenerla sarà necessario eliminare gli ucraini dello Shakhtar Donetsk.
Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, gli avversari si presentano in semifinale con delle ottime credenziali, consci della loro assoluta pericolosità. Lo Shakhtar è una squadra di certo diversa rispetto ai nerazzurri con caratteristiche peculiari quali tecnica, velocità e imprevedibilità. I movimenti degli interpreti dell'ormai collaudato 4-2-3-1 sono difficili da definire, poichè riescono a spaziare in lungo e in largo, in orizzontale e in verticale.
Neutralizzarli non sarà assolutamente facile e di certo sarà di cruciale importanza non dare punti di riferimento. Le stesse verticalizzazioni sono sempre all'ordine del giorno e il palleggio basso, spesso e volentieri, li contraddistingue alla ricerca di una maggiore tranquillità nel controllo della partita.
L'Inter dal canto suo, dovrà cercare di non scoprirsi conscia che se il reparto arretrato sarà in grado di neutralizzare gli attacchi degli ucraini, tutto diventerebbe più semplice. Il centravanti Moraes, come del resto il centrocampista Marcos Antonio sono i fiori all'occhiello dell'undici ucraino, senza però dimenticare giocatori forti e veloci come gli esterni Marlos e Taison.
Se da un lato ci sono però i punti di forza, dall'altro ci sono i punti deboli che rispondono ai nomi del portiere Pyatov, di certo non insuperabile e del difensore Krivtsov che assieme alla difesa lascia spesso e volentieri a desiderare.