Inter, amor che nulla amato amar perdona
Cosa possono mai avere in comune l’Inferno di Dante e l’Inter di Antonio Conte?
” Amor che nulla amato amar perdona” è uno dei versi più noti della “Divina Commedia” di Dante Alighieri. Collocato all'interno del Canto V dell'Inferno, per la precisione al verso 103, è quello sostanzialmente dedicato a Paolo e Francesca, due anime peccatrici che Dante inserì nel secondo girone dell'Inferno, quello dedicato ai lussuriosi. Quest'ultimi, che non sono altro peccatori che durante la propria vita hanno perseguito la soddisfazione dei piaceri contro ogni regola, si sono lasciati abbandonare alle passioni, puniti da un vento che li trascina lungo tutto il girone.
La domanda che forse a tutti sorgerà spontanea, leggendo quanto scritto poc'anzi, sarà sicuramente senz'ombra di dubbio una: cosa possono mai avere in comune l'Inferno di Dante e l'Inter? Beh, qualcosa in realtà c'è e ha come base fondamentale proprio il verso “Amor che nulla amato amar perdona”. Infatti, il messaggio che si vuole trasmettere è forse uno dei più belli e semplici in quanto, sostanzialmente, l'amore deve permettere ad ogni persona desiderata di poter contraccambiare.
Ognuno di noi, durante l'arco della propria vita, ama persone all'infinito: dai semplici genitori o parenti fino ad arrivare ai propri fidanzati, conviventi o agli stessi amici. Sì, l'amore,il desiderio, quel sentimento impareggiabile che accomuna tutti noi tifosi verso una grande creatura: l'Inter. Definire cosa sia in realtà questo club è molto complicato: è un qualcosa che parte dalla pazzia e che unisce l'imprevedibilità alla passione infinita e incondizionata, un qualcosa di indescrivibile che ti accompagna per tutta la vita. L'amore però, in questi anni, non è stato sempre contraccambiato poichè il tifo interista, per nove anni e chissà quanti ancora. ha dovuto sopportare delusioni, amarezze e giocatori indegni di indossare la gloriosa casacca nerazzurra, non ultimo Mauro Icardi che ha anteposto se stesso al bene del club. Dal 2011, ultimo anno in cui l'Inter è riuscita ad alzare al cielo un trofeo( Coppa Italia), i tifosi meneghini hanno vissuto anni terribili, soffrendo continuamente con pochissime soddisfazioni, per non parlare di tutti quei mezzi giocatori che poco avevano a che fare con la “Beneamata”: basti pensare ai vari M'Vila, Kondogbia, Belfodil, Mudingayi, Medel, Alvaro Pereira e chi più ne ha, più ne metta.
Se è vero quanto è vero che l'amore deve essere contraccambiato, forse per l'Inter è arrivato il momento giusto per farlo. Lunedì, in Germania, i nerazzurri torneranno a disputare una semifinale europea a distanza di dieci anni contro lo Shakhtar Donetsk in Europa League. Il tifo attende, speranzoso, sempre con passione e voglia di tornare a poter uscire di casa e ad esultare assieme ad amici e parenti. Abbiamo sofferto, pianto e mai gioito: c'è chi ha vissuto la propria adolescenza guardando i propri amici juventini esultare continuamente( tranne che in Europa), chi invece è cresciuto, si è sposato e ha messo su famiglia e chi infine si gode la terza età senza però potersi completamente rilassare guardando l'Inter alzare una coppa. I tifosi ne hanno bisogno, l'amore va contraccambiato sempre e comunque: Inter, adesso tocca a te! Presidente Zhang ,mister Conte, capitan Handanovic, tocca a voi! Vincere significherebbe aprire un ciclo, ricominciare ad alzare trofei, tornare ad essere grandi in Italia ed in Europa. La strada è quella giusta, a patto però che “nel mezzo del cammin di nostra vita” l'Inter non si ritrovi in una selva oscura come appunto Dante, senza poi trovare “la retta via smarrita”. Il club di Via della Liberazione la retta via l'ha smarrita da tempo: forse, ora più che mai, è arrivato il momento di ritrovarla.