Inter, Conte in uscita? Allegri in pole ma Zhang può sorprendere tutti
Conte resta, Conte va, per l’Inter un altro giro sulle montagne russe quando di tutto c’era bisogno fuorchè di un bagno nelle polemiche più feroci. Lo fa per il mercato, vuole la testa di tizio e di caio, è in crisi per l’affare da 30 milioni andato male a Londra, il mister avrà perso la finale di Europa League ma di certo vince quella per l’allenatore più chiacchierato del continente. Tutti hanno un solo punto fermo: se esce Conte arriva Allegri. Tesi rispettabilissima ma che non convince pienamente e comunque lascia aperti altri scenari possibili, anche laddove l’incontro previsto per le prossime ore si chiudesse con una rottura, fatto tutt’altro che scontato.
L’eventuale sostituto sarebbe il terzo allenatore a libro paga, a memoria neanche il tanto vituperato Massimo Moratti era arrivato a tanto. L’impegno economico privo di qualsiasi resa per tenere a bagno maria Spalletti per un altro anno e Conte per altri due sarebbe mostruoso. Con l’arrivo di Allegri sono da mettere in preventivo almeno altri 8/9 milioni netti per tre anni e con un allenatore sicuramente meno “rompiscatole” di Conte, con una personalità sicuramente più diplomatica ma non meno “invadente” in termini di richieste di mercato e di libertà di agire. Con qualche cromosoma bianconero in meno ma qualcuno rossonero in più, Allegri getterebbe altro fuoco sulla benzina delle fazioni del tifo, e, come Conte, senza aver mai vinto niente al di là dei confini nazionali. A meno che le finali di Champions non siano diventate roba da palmares come qualcuno ha sostenuto in questi giorni. Tanto vale allora tenersi il mister leccese dopo una sonora lavata di testa, magari in pubblico, per mettere in chiaro una volta per tutte come deve comportarsi un dipendente nei confronti di chi gli paga lo stipendio.
Ergo, davvero tutti sicuri che Allegri sia l’unica via d’uscita? E se Zhang avesse un altro coniglio nel cilindro?
Steven ha mille pregi ormai acclarati e, agli occhi dei tifosi più attenti, un solo difetto: va troppo d’accordo con Andrea Agnelli, di mezzo c’è la supercoppa europa che dovrà prendere il posto della Champions e gli interessi enormi che si tira dietro. Agnelli che, guarda caso, in questi giorni ha lo stesso magone sullo stomaco del collega cinese/nerazzurro, un mister di cui disfarsi per non intasare il bilancio di spese improduttive.
Ai tifosi potranno arricciarsi le budella ma nella logica di due capi azienda che si stimano reciprocamente una telefonata esplorativa ci sta tutta. Tu liberi Conte, io libero Sarri, il toscanaccio prende il posto dell’irrequieto ex bianconero che, una volta redento e perdonato, potrà mettersi in (breve) attesa sulla sponda del fiume in attesa che il buon Pirlo finisca di svolgere il suo ruolo di traghettatore. E tutti vissero felici e contenti.
E’ oltraggioso dire che Sarri sarebbe eventualmente felice di una prebenda più o meno pari alla metà di quella del suo predecessore? I tifosi che guardano poco a questi aspetti facciano due più due: l’Inter a Conte dovrebbe pagare 12 milioni netti per due anni, 45 lordi più o meno che scenderebbero a poco più di 20 per lo stipendio dell'ex bianconero. Mettiamoci pure una buonuscita per il primo… un discreto ricambio per la panchina è comunque assicurato con il risparmio.
Qualche atteggiamento di Sarri non propriamente ispirato al galateo a Torino è pesato molto, anche perché il tecnico toscano è sempre stato visto come un usurpatore da certa stampa ancora così attenta allo “stile Juve” da farci entrare anche vitel tonne’ e vini francesi adorati da CR7.
A Milano un gesto scaramantico ai gioielli di famiglia, una ripulita saltuaria alle stanze nasali o la cicca perennemente sulla bocca non avrebbero la stessa eco se arrivassero risultati degni di nota, anche perché il buon Sarri tapperebbe la bocca a tutti in un amen, essendo uno dei pochi ad aver vinto in Italia ed in Europa, a differenza dei suoi predecessori e alla faccia dei suoi detrattori.
Ipotesi, solo ipotesi per ora, esattamente come quelle di Allegri per il momento. Un possibile scenario B di cui tener conto fino a quando dal camino di Viale della Liberazione non arriverà la fumata tanto attesa.