Con la stagione 2019/2020 ormai in archivio e dopo l'incontro di ieri tra Conte e tutto lo stato maggiore del club, in Via della Liberazione è partita la pianificazione del nuovo anno sportivo. Per capirne di più Inter Dipendenza ha contattato in esclusiva Fabrizio Biasin, giornalista molto vicino alle vicende di casa nerazzurra. Questa l'intervista integrale:
Il summit con presente tutta la dirigenza dell'Inter e Conte si è concluso con una stretta di mano collettiva. Come giudichi personalmente l'esito della riunione?
“Ovviamente in maniera positiva perché era giusto andare avanti lungo la linea della continuità. Quest'anno sono arrivati dei risultati, non sono arrivate delle vittorie ma i progressi si sono visti. Per cui aveva molto senso andare avanti lungo questo percorso tracciato. Ovviamente, la condizione è che tutti siano veramente convinti di questa scelta, quindi io mi auguro che sia così. Dopo questa riunione tutti quanti, dirigenza, Presidente e allenatore abbiano la certezza che questa è la cosa giusta. Se è così, è perfetto. Se invece fra un mese ci si ritrova a discutere di tutta una serie di questioni allora era il caso di cambiare. Però ripeto, ci dicono che la pace è vera e quindi va benissimo così”.
Che tipo di mercato ti aspetti, visto e considerato questo incontro?
“La società è stata chiara. L'intenzione del club è quella di migliorare ulteriormente la forza della rosa perché si vuole continuare a crescere. Ovviamente bisogna tenere presente che questo è un anno particolare per tutti i club del mondo. Bisogna fare i conti con le perdite dovute al COVID e quindi si faranno delle cose senza esagerare. E' arrivato Hakimi, arriverà Tonali con buona probabilità, arriveranno altri 2-3 rinforzi e stop. Conte questa cosa inizialmente non l'aveva capita, probabilmente sperava di poter puntare a qualche nome di primissimo piano fin da subito. L'altro giorno invece, in maniera molto saggia, ha capito quali sono in questo momento le tematiche all'interno della società e ha fatto un passo verso il club. Quando si è messa sul piatto la logica, si sono messe a posto anche le cose”.
Conte lo conosciamo, è un tecnico che predilige la difesa a tre. Per questo motivo, secondo te Skriniar può essere uno dei sacrificabili per far cassa?
“La sensazione è che Skriniar sia uno dei giocatori sul mercato. Non ci sono certezze perché non sappiamo se effettivamente è così, però sta di fatto che nell'ultimo mese si sia visto molto poco in campo. I suoi problemi con la difesa a tre ci possono far pensare che questo giocatore, che può portare una buona plusvalenza al club, sia tra i sacrificabili. Vedremo cosa succederà, ma la sensazione è che sia uno di questi”.
Capitolo rivali: come te la aspetti la Juventus del neo-tecnico, Andrea Pirlo?
“Pirlo in questo momento sulle spalle ha zero panchine però è una persona intelligente. Ha scelto di farsi affiancare da uno staff molto corposo, ha l'appoggio della società e credo anche le idee chiare. Il problema secondo me alla Juve non è tanto Pirlo, che per me può fare una buona strada fin da subito. Il problema è a monte, cioè della società Juventus che deve fare una marea di cose sul mercato. Doveva già farle l'estate scorsa e non ce l'ha fatta. Ha vinto comunque perché è talmente forte che si è portata avanti nel corso degli anni, quindi ha vinto un po' di inerzia. Tutto quello che non ha fatto l'estate scorsa, cioè abbassare il monte ingaggi, abbassare l'età media e contemporaneamente rinforzare la squadra lo deve fare adesso e in poco tempo. Bisogna capire se sono in grado di fare tutto questo sforzo. Se ci riusciranno, Pirlo è in grado di fare un buon lavoro”.
Cosa c'è di vero e di concreto, secondo te, sulle voci che accostano Messi all'Inter?
“E' molto difficile dare una risposta, se ce l'avessi sarei molto fortunato. Mi piacerebbe essere quello che dice al mondo 'Messi va qua, Messi va là', ma non lo so. So solo che ci sono degli indizi su più fronti. Indizi che ti dicono che probabilmente andrà a Manchester, ci sono altri indizi (un po' meno) che magari ti dicono che resta a Barcellona e altri indizi che ti dicono 'attenzione perché c'è anche Milano'. Quella roba del Duomo, la casa presa dal padre, le parole di Moratti, il fatto che probabilmente Zanetti ci abbia lavorato nei mesi passati. Insomma, ci sono un po' di indizi. Un giornalista però non si può lasciare influenzare dagli indizi, deve avere delle notizie che io in questo momento non ho. Per cui sinceramente non so cosa capiterà. So che già il fatto di parlarne e non passare per pazzi, dimostra la bontà del progetto Zhang. Significa che veramente vogliono puntare in alto. Poi se arriverà io sarò felicissimo, viceversa mi auguro che si vada avanti a costruire una squadra super competitiva. Nell'ambito Messi in società non ti danno grosse risposte, tendono a metterti da parte. Questa potrebbe già essere una risposta”.
Che voto daresti alla stagione dell'Inter?
“Io darei un 7.5/8- per quello che riguarda i risultati. Il voto è più basso per quanto riguarda la comunicazione, nel senso che rispetto ad una stagione che poteva essere comunicata al mondo in maniera più positiva, in realtà siamo finiti ad essere quelli della confusione. Secondo me siccome non è vero che c'è confusione perché l'Inter sa lavorare bene, non si meritava questo tipo di finale”.