Se c’è una nota dolente che ha mostrato la prima partita di campionato dell’Inter, sicuramente è stata la difesa. Al netto di una fase difensiva generale poco equilibrata, il terzetto arretrato non ha mostrato la sicurezza necessaria che l’anno scorso aveva contraddistinto la squadra nerazzurra portandola ad essere la miglior difesa del torneo. Ad un D’Ambrosio del tutto risucchiato da parte di Ribery, si sono aggiunti un Bastoni che deve ancora migliorare in termini di cattiveria ed un Kolarov ancora troppo spaesato all’interno di un contesto del tutto nuovo. Vero, a partire dalla partita contro il Benevento tornerà un maestro della difesa a tre come De Vrij, ma una squadra che vuole ambire a traguardi importanti non può affidarsi soltanto ad un elemento trainante del reparto difensivo. E allora? Quali sono le soluzioni?
Partendo dal modulo, Antonio Conte sembra poco avvezzo a cambiamenti radicali. Anzi. Come nuovamente ribadito nella conferenza stampa di oggi, la tanto richiesta – da parte dei tifosi – difesa a quattro può tranquillamente attendere le situazioni di emergenza – si veda il risultato da recuperare contro la Fiorentina – nell’ultimo quarto d’ora di gara. Pertanto urgono necessariamente gli uomini giusti al posto giusto. E a questo punto la domanda sorge spontanea: e Skriniar?
Sì, Milan Skriniar. Il difensore slovacco, in questi giorni, è stato attorniato dalle sirene di mercato e dal pressing di una vecchia volpe come Josè Mourinho che vuole blindare la difesa del suo Tottenham. Ma Skriniar è – almeno ad oggi – ancora un calciatore dell’Inter. Quindi, davvero è impossibile collocarlo in uno schieramento formato da tre difensori? Questo è il quesito che dalla scorsa stagione si pongono in tanti. Di sicuro le prestazioni non alla sua altezza hanno fatto scattare un campanello d’allarme, ma quella della collocazione tattica di Skriniar è solo un falso equivoco. Perché già nel primo anno con Spalletti, il centrale ha ricoperto quel ruolo. Si ricordi, infatti, la famosa difesa a tre e mezzo, in cui Cancelo veniva dispensato da compiti difensivi e dietro scalavano D’Ambrosio sul centro-sinistra, Miranda centrale e lo stesso Skriniar sul centro-destra. Gli stessi giudizi che hanno classificato il numero 37 come poco avvezzo con la palla tra i piedi devono essere rispediti al mittente dal momento che nella stessa stagione era lui a ricoprire un ruolo di regia arretrata.
Insomma, in attesa di notizie di mercato, il dibattito tattico continua. Perché è vero che Conte non cambierà impostazione nel modulo, ma è altrettanto vero che, dovesse rimanere, Skriniar non può essere considerato come una semplice risorsa.