Home » Inter, 50 dopo a Moenchengladbach, il gol più bello di Peppino Prisco

Inter, 50 dopo a Moenchengladbach, il gol più bello di Peppino Prisco

Nelle urne della Champions, insieme a Real e Shaktar, l’Inter pesca il Borussia Moenchengladbach. Un nome che ai tifosi nerazzurri più attempati ricorda un episodio incredibile di quasi 50 anni fa.

20 ottobre 1971: i nerazzurri erano di scena in Coppa Campioni in Germania.  L’Inter era sotto 2 a 1 quando una lattina di Coca Cola piovuta dagli spalti centrò la capoccia di Boninsegna che cadde stordito a terra. La leggenda, novellata dal Corriere dello Sport anche qualche mese fa, vuole che i giocatori tedeschi abbiano fatto sparire immediatamente il corpo del reato. Mazzola se ne accorse, si fece passare un’altra lattina dai tifosi italiani più vicini e la consegnò all’arbitro. Bonimba  uscì in barella, l’Inter non c’era più con la testa, alla fine ne prese sette. Corso invece ne prese sei (giornate di squalifica)  dopo aver aggredito l’arbitro. I poliziotti tedeschi furono bravissimi, arrestarono subito Manfred Kirstein il lanciatore di lattine più famoso di sempre, la giustizia tedesca lo condannò pochi giorno dopo così aiutando (e non poco) l’offensiva giudiziaria dell’Inter.

Alla fine della partita, Prisco presentò immediatamente il reclamo.

 La descrizione dell’udienza che Peppino fece nella sua intervista qualche tempo dopo è un cioccolatino. “Al giudizio d’appello i tedeschi portarono in aula anche Netzer, il giocatore che era l’idolo della squadra, forse per sedurre uno dei componenti del giurì d’appello che si diceva fosse notoriamente sensibile a biondi argomenti. Un terreno, devo dire, che conosco proprio poco…” I giudici confermarono l’annullamento della partita, a Milano l’Inter vinse 4 a 2 la prima partita. Nel ritorno a Berlino i tedeschi erano doppiamente furiosi, in fondo era passato solo un anno dal 4 a 3 in Messico. Prisco era diventato il bersaglio privilegiato dei tifosi del Borussia.  Poteva preoccuparsi di ciò chi si era fatto 380 km nel ghiaccio russo?  L’avvocato si presentò all’Olympiastadion con una sciarpa tricolore ben visibile da sotto il cappotto, soffrì lui, soffrì l’Inter ma fu 0 a 0 grazie anche al rigore parato da Bordon.

 (Il sorteggio di stasera è l'occasione giusta per ripubblicare questo brano del pezzo su Peppino Prisco di qualche mese fa. Chissà se l’Avvocato si è portato lassù quella lattina…)