Lukaku ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Times in cui si è raccontato. Il belga, che ieri è stato premiato come miglior giocatore della scorsa Europa League, ha lanciato qualche frecciata al Manchester United ed ha parlato della sua nuova esperienza da protagonista con la maglia dell’Inter:
“Dalla prima partita amichevole quando ho giocato contro i Galaxy, da quella prima partita è stato sempre un ‘sì, ma…’. Tutti nel club erano così gentili, da Ed Woodward ai proprietari, a Matthew Judge a Jose Mourinho, a Ole [Gunnar Solskjaer] e al suo staff, a tutti nella mensa. Erano così gentili. Ma le cose intorno erano semplicemente una spirale negativa per me. Un anno fa, quando ero in Inghilterra, ero pigro, non correvo, non facevo questo e quello. Qui mi chiamano il lavoratore più duro nello spogliatoio. Se mi guardi giocare qua e là, voglio dire, ci sono miglioramenti, sì, ma lo stesso Rom è ancora qui”.
“Mi chiameranno lento e io penso: ‘Lento? Io, lento? Non riesco a tenere il passo con il veloce gioco del Man U? C’erano troppe piccole cose in cui pensavo che le critiche non fossero giuste. Uno lento non segna un gol come ho segnato il secondo contro lo Shakhtar Donetsk nella semifinale di Europa League. Se fossi stato lento non avrei preso il rigore come ho fatto contro il Siviglia in finale. Sono passati due anni. Hai intenzione di dire che a 27 anni sono più veloce di quando ne avevo 25 anni? È questo che sto cercando di dire sulle critiche ingiuste. Sono solo piccole cose”.
“Quando ero in Inghilterra, c’erano giocatori inglesi qui, giocatori francesi là, altri giocatori stranieri là. È davvero tutto come un miscuglio della squadra, ma all’Inter sono tutti insieme. Tutti parlano italiano prima di tutto, quindi è una buona cosa. C’è una lingua. Tutti parlano italiano. Quando Ash (Young ndr) è arrivato con Victor e Christian eravamo sempre insieme perché ci conosciamo dalla Premier League e per un po’ ho tradotto per loro, ma una volta che Ash ha imparato le basi dell’italiano è finita. Quando andiamo ad allenarci l’allenatore parla con Ash in italiano e lui capisce perfettamente, oppure gli parlano e lui risponde in inglese ma capisce perfettamente quello che dicono i ragazzi e lo rispettano”.