Lazio-Inter, quest'oggi tra le pagine della Gazzetta dello Sport si può ritrovare l'intervista a Matias Almeyda ex di entrambe le squadre. L'argentino ha militato nel club biancoceleste dal 1997 al 2000 e ha vestito la maglia nerazzurra dal 2002 al 2004. Al giornalista della rosea l'ex centrocampista ha subito iniziato parlando dal match di quest'oggi: “A mio parere oggi finisce in parità e ci si divertirà perché sono due squadre pensate per attaccare. Quest’anno sto seguendo meno, ma l’anno scorso le ho viste tutte“.
Piccola parentesi sulla Lazio e su come ha ripreso dopo la sosta obbligata a causa del lockdown: “Non tutte le teste reagiscono alla stessa maniera nelle difficoltà. Erano vicini all’obiettivo, ma capisco che fosse difficile riprendere. Alla Lazio, più di altre squadre, mancano i tifosi: con la curva hanno un giocatore in più“. E rimanendo sulla sponda laziale ha parlato poi del rapporto con il suo ex compagno Simone Inzaghi: “Avevamo un grande rapporto: siamo diversi, ma in sintonia. Non avrei mai pensato che sarebbe diventato allenatore, visto che all'epoca parlava pochissimo – ed aggiunge -, ma dicevano lo stesso di me. Chi avrebbe mai scommesso un centesimo su Almeyda allenatore”. Il maestro è stato lo stesso: “Abbiamo imparato entrambi da Eriksson, un maestro. Trasmetteva pace e nessuno si lamentava. Un miracolo, non ho mai capito come facesse”.
Capitolo Inter,nonostante diversi screzi in passato l'opinione su Antonio Conte è ottima: “Con Conte alla Juventus erano scintille, ma ora siamo cresciuti, cambiati. Conte è il top: le squadre che crea lui sono riconoscibili e vincenti“. E su Vidal?: “Arturo è più forte di me perché segna di più. È un lottatore completo, un leader di qualità“.
Piccola parentesi sul connazionale Lautaro Martinez che sta facendo molto bene in magli nerazzurra: “È uno dei più completi in Argentina e nel mondo. Ha tecnica e forza, segna in tutti i modi, pure di ginocchio. Nell'Albiceleste troveràÌ€ lo stesso spazio che ha nel club. So che lo vuole il Barcellona, ma sappia che è all’Inter. Chi c’è passato come me, sa cosa voglio dire ovvero che è già al massimo livello, è immerso nella storia”. E chiosa: “Dall’Inter non si va mai via. Io ho sbagliato a lasciare dopo due anni: all’epoca ero pazzo”.