La partita di ieri sera ha portato l’Inter ad una sconfitta che la mette subito in condizioni di dover rincorrere chi si trova davanti. Una vittoria, nel derby di ieri, avrebbe consentito un sorpasso sui cugini rossoneri, oltre che avere qualche punto di distacco, fin dall’inizio, da Juventus – bloccata ieri a Crotone – e Napoli – dopo la sconfitta a tavolino inflitta e il punto di penalizzazione -. Ma ciò che più preoccupa, in special modo per le gare successive, è la disorganizzazione tattica e lo sfilacciamento non solo tra i singoli reparti, ma addirittura all’interno dello stesso reparto – si veda il secondo gol di Ibrahimovic preso in maniera banalissima -.
Equilibrio e cattiveria. Questa le parole ripetute più volte da Antonio Conte nel post partita di ieri sera. Sì, perché questa Inter non può prescindere da essere equilibrata e cattiva. Gli otto gol presi in quattro giornate fanno suonare un campanello d’allarme abbastanza importante, perché è come se ad ogni partita giocata fino ad ora, l’Inter fosse partita in svantaggio per 2-0 ed è una cosa che non si può accettare. E non ingannino gli undici gol fatti fino ad adesso, perché sarebbero potuti essere molti di più. Tante, troppe occasioni da gol buttate al vento per una decisione sbagliata nell’ultimo passaggio o nella giocata che avrebbe dovuto portare alla rifinitura o, ancora, i troppi gol sbagliati davanti al portiere – si veda quello clamoroso di Hakimi -.
A tutto questo una sola persona può mettere rimedio ed è quell’Antonio Conte che nella sua carriera ha dimostrato di saper essere un tecnico con una grandissima cultura del lavoro e con una grande cultura della vittoria. Per non ripetere più gli errori del derby e di quest’inizio di campionato.