Inter, il Conte” buonista” non convince, siamo già  alla svolta della stagione ?

Premessa doverosa: i conti si fanno alla fine, quindi fino a quel momento Conte ha il diritto di giocarsela come crede. I tifosi e chi scrive di Inter hanno però il diritto di osservare, ascoltare,  tirare le somme e criticare  nei limiti del buon senso .

Dopo il derby il mister ha detto, in sintesi:  a) il Milan è stato fortunato, l’Inter no; b) la squadra gli è piaciuta c) Kolarov ha giocato nel suo ruolo naturale;  d)  giocare con due esterni e due punte non consente il trequartista pena la perdita di equilibrio.

Alla fine della giostra Conte non ha detto l’unica cosa che doveva dire, senza timore di andare a cercare alibi: l’Inter ha affrontato il derby con sei della rosa fuori per covid, uno squalificato, un acciaccato  e quasi tutti gli altri componenti della rosa rientrati dalle proprie nazionali giovedì, dunque con un solo allenamento di gruppo alle spalle. Invece ha continuato nella tarantella stucchevole iniziata dopo il vertice di Villa Bellini, “va tutto bene madama la marchesa”. C’è da chiedersi se sia d’accordo con la società su questa   comunicazione sedata, giusto  per capire se è solo lui che pensa di addormentare anche le nostre capacità intellettive o se dobbiamo  accomunare anche la dirigenza.

Il Milan non è stato fortunato, ha semplicemente giocato la sua partita, gagliarda e lucidamente impostata sulle criticità nerazzurre in difesa. Se un 39enne, forte quanto si vuole ma pur sempre tale, riesce a tenere sotto scacco da solo una intera difesa per 95 minuti deve farsi qualche domanda e darsi qualche risposta. Se poi la dà anche a noi tanto meglio. Kolarov lo ha voluto lui, ma come diceva Totò “qua niusciuno è fesso”, il serbo il centrale lo ha fatto nella Roma tante volte che si contano sulle dita di una mano. L’Inter aveva un certo signor Godin, che quel ruolo lo ha fatto per una vita, a livelli quasi sempre di eccellenza. Oggi gioca nel Cagliari, chi vuol credere alla riduzione del monte ingaggi faccia pure, basta che si ricordi che la stessa somma è stata data a Vidal, tormentone contiano da quando è arrivato.

Quanto al modulo abbiamo capito  tutti che ci dovremo sorbire ‘sta storia della difesa a tre fino a scadenza di contratto di Conte.  Se in un anno e passa non è riuscito ad impostare una alternativa il problema non è suo, è nostro. Lui i suoi 12 milioni l’anno li porta a casa comunque  ed ai benpensanti ci tacceranno di populismo da tre soldi giunga chiaro e forte il nostro  invito a trovare loro la soluzione a questa rigidità che puzza maledettamente di orgoglio inutile.

Tanto tempo fa l’Inter  aveva in panca un signore che, in  proporzione , guadagnava pure più di lui. Però ad un certo punto ebbe l’umiltà di capire che la squadra aveva bisogno di una scossa e finì per mettere in campo un 4-2-3-1 equilibrato alla perfezione grazie alla disponibilità al sacrificio di Pandev e di Eto’o, con Snejider dietro Milito e sulla fascia Maicon che spingeva quanto e forse più di Hakimi

La  fortuna di Conte (e pure dei tifosi)  è che un derby perso alla quarta giornata lascia tutto il tempo per recuperare. La Champions no, mercoledì con il Borussia Moenchengladbach serve a tutti i costi aprire un percorso positivo, altrimenti ad aprirsi sono le porte degli inferi, come successe lo scorso anno con la Slavia Praga. Il derby non cambia una stagione, la prima di Champions si. Uomo avvisato mezzo salvato.