Lenta, compassata, prevedibile. Un’Inter per nulla brillante riesce a vincere – e vorremmo vedere – contro un Genoa vestito di poco o nulla. Un possesso palla sterile soprattutto nel primo tempo ed una successiva ripresa che ha visto i nerazzurri trionfare grazie al solito Lukaku. Il centravanti belga si conferma perno fondamentale di una squadra che, partita dopo partita, si sta rendendo conto di quanto sia complesso farne a meno. E qui l'Inter avrebbe potuto – e dovuto – intervenire con maggiore decisione in fase di mercato, anche alla luce dei problemi fisici che interessano Sanchez. Ma torniamo alla gara di Genova, chiusa da D'Ambrosio, sempre più a suo agio in zona gol. A onor del vero va detto che questo Genoa, costretto in extremis a rinunciare anche alla fisicità di Scamacca, difficilmente avrebbe potuto riaprire la contesa. Conte, da allenatore esperto e navigato qual è, sa bene che dovrà inventarsi qualcosa in più per evitare di cadere in prestazioni letargiche. Ogni partita è difficile, soprattutto in un calcio tattico come quello nostrano, ma c'è ancora qualcosa da registrare, soprattutto in fase difensiva dove la pochezza in avanti dei rossoblù non può rappresentare un banco di prova attendibile. Contro Dentinho, Solomon e Marlos bisognerà prestare massima attenzione.
Il possesso palla va bene, ma se non si tira in porta, diventa difficile rendersi pericolosi. Lukaku ha svegliato la bella Beneamata nel bosco, ma è lecito attendersi qualcosa in più da tutti. A cominciare da Eriksen e Vidal, il primo apparso abulico, il secondo spesso pesce fuor d'acqua in un acquario che Conte ha costruito attorno alla sua classe. Eriksen ha qualità sopraffina, ma il genio che è in lui è ancora addormentato nella celebre lampada. Aladino Conte dovrà essere bravo a strofinarla in maniera adeguata e a rendere il danese pienamente efficace in abiti nerazzurri. Stiamo parlando di un investimento importante e di un trequartista tra i migliori al mondo. Vidal appare, rispetto ai trascorsi all'ombra della Mole Antonelliana, meno esplosivo ma più saggio tatticamente. Conte ne ha arretrato la posizione in campo e, come diretta conseguenza, si è ridotta la pericolosità del cileno in zona gol. Il tempo stabilità se si tratta di dettami tattici dell'allenatore o dell'età che avanza. In un caso o nell'altro, in attesa di tempi migliori – pieno recupero di Gagliardini e Vecino – Conte potrebbe concedere un po' di minutaggio in più a Nainggolan.
Il centrocampista belga è una certezza tanto quanto i compagni di reparto e l'esaltante stagione al Cagliari ne è la prova. Certezze che devono accompagnare questa Inter verso la consapevolezza di essere la più forte. Rispetto per ogni avversario, che si chiami Juventus, Atalanta o Napoli, ma consapevolezza di poter vincere contro chiunque e dovunque. Sempre.