“Abbiamo dominato, siamo stati poco cinici e sfortunati, se non si buttala palla dentro si corre il rischio di avere risultati così” , questa in sintesi, l’analisi di Antonio Conte al termine di Inter Parma. In altre parole potremmo leggerla così “il mio modulo va bene, la colpa di questi risultati è di chi va in campo”.
Il Conte del post Villa Bellini continua ad aggiornare il suo modo di parlare in pubblico, offrendo sempre maggiori spunti per analizzare il suo atteggiamento in panca e fuori. Il trascinatore incazzato con il mondo h24 perché con ragazzi provenienti da Sassuolo e Cagliari non si vince si è trasformato prima nell’ ecumenico padre di famiglia dedito a risollevare il morale dei ragazzi intristiti dalla sconfitta in finale di Europa League, dal Covid, dalla mancanza di preparazione pre campionato per giungere adesso al clichè antico dello scaricabarile. Tanto più ove si considerino le parole per niente diplomatiche proferite a proposito di singoli, leggasi Nainggolan (per evidenziarne in maniera anche troppo plateale il ritardo di forma) e Sanchez (reo di aver avuto troppa smania di giocare anche in nazionale) .
Una volta dei singoli non si parlava di fronte ai microfoni, come recitano i fondamentali del team building, a meno che non fosse per esaltarne la prova e comunque sempre mettendo in primo piano anche il gruppo, Per le tirate d’orecchie il luogo deputato era solo ed esclusivamente lo spogliatoio, a tutela della chiarezza nei rapporti tra tutti i componenti della rosa e lo staff tecnico. Se anche questo principio viene meno significa che il clima, non solo in campo, è da allarme rosso, anche considerando che gli ultimi arrivati di quest’anno vengono da Barcellona e Real Madrid (via Borussia Dortmund).
Invece l’alert di massimo pericolo sull’utilizzo del VAR l’ha fatto risuonare (finalmente) Marotta, dopo l’ennesimo errore subito dall’Inter ieri in occasione del placcaggio di Perisic da parte del difensore del Parma. Luca Marelli, in suo video su You tube, ha spiegato oggi per l’ennesima volta perché non c’è il vuoto normativo cui si riferisce l’Ad nerazzurro fa riferimento. Il fallo era netto, l’arbitro Piccinini ha visto, ha valutato, dunque non c’è il “chiaro ed evidente errore” richiesto da protocollo per giustificare l’intervento del mezzo tecnologico.
Il problema, e Marotta non può non saperlo, è che il concetto di chiaro ed evidente errore è stato scientificamente inserito nel regolamento per permettere alla classe arbitrale di non perdere la discrezionalità decisionale, in sintesi l’ultima parola è sempre dell’elemento umano, a meno che non incorra in un abbaglio clamoroso. Dunque, rebus sic stantibus, in queste occasioni il Var non serve ad una mazza, tantomeno protestare contro il suo mancato utilizzo.
Serve invece alzare la voce con la classe arbitrale, che continua a seminare con regolarità svizzera errori clamorosi nei confronti dell’Inter. Il Sig.Piccinini è addirittura già recidivo, in sole 6 giornate, dopo gli errori commessi un mese fa a Benevento. Toc toc, c’è qualcuno in società…?