L'Inter non sfata il tabù Parma (non lo batte in casa dal 2013) e ripropone lo stesso risultato dell'anno scorso un pareggio: “Se fosse un film, l’Inter sarebbe “Ricomincio da capo”, tale e quale l’attore Bill Murray, che in quella commedia rivive ogni giorno le stesse cose“. Così esordisce la Gazzetta dello Sport in edicola stamani e poi aggiunge: “L’Inter ricade nei medesimi vizi, insegue sé stessa all’infinito e non riesce mai ad acciuffarsi e a correggersi“.
Neppure Conte ce l’ha fatta a invertire certe tendenze di una squadra: “Avvitata nel suo gioco laborioso e rimpicciolita dall’assenza di Lukaku. Se mancava un’ulteriore prova, eccola: la Romelu-dipendenza è una forza e un limite, anche se il 2-2 di ieri è stato viziato da una incomprensibile topica arbitrale“. Il riferimento della rosea è al rigore non fischiato per la trattenuta di Balog su Perisic dall'arbitro Piccinini (stesso arbitro di Benevento-Inter) sull'1-2 a metà secondo tempo quindi ancora con molto tempo davanti per un eventuale rimonta nerazzurra: “Episodio per cui è lecito chiedersi a che cosa serva la Var, al di là dei cavilli del protocollo. Un errore grave, a metà della ripresa, sull’1-2. Male, anzi malissimo l’arbitro Piccinini“.
L'analisi, poi in conclusione si concentra proprio sull'arbitro e sul non intervento del Var: “Disastroso in concorso con i “varisti”, che per buon cuore avrebbero dovuto invitarlo alla revisione video, altro che “ho visto io e va bene così”. Designato come quarto uomo, è stato promosso fischietto in prima pochi minuti prima del calcio d’inizio, per l’infortunio muscolare occorso al “titolare” Pairetto“.