Il silenzio dei colpevoli: Conte, Marotta, Ausilio e Zhang sotto accusa

Quando cade il pezzo grosso, la caduta fa più rumore. Nel caso dell’Inter, questo detto potrebbe essere invertito. E’ il silenzio che sta lentamente mandando in aria un’intera stagione. Il silenzio di Antonio Conte, oramai naif nelle sue dichiarazioni, zemaniano nella filosofia calcistica. Il silenzio di Marotta e Ausilio, dirigenti che, la scorsa stagione, sono stati messi in discussione in pubblica piazza da parte dello stesso allenatore. Il silenzio di Steven Zhang, che dopo l’incontro di Villa Bellini, non ha mai parlato di quanto accaduto.

Ma le differenze, rispetto al rumore, si notano. Eccome se si notano. Un silenzio che ha completamente snaturato un tecnico, a cui non è mai stato chiesto di non avere delle lamentele, bensì di lavare i panni sporchi in casa, evitando sceneggiate imbarazzanti – come accaduto sempre nella sua carriera ed in ogni club allenato -. Un silenzio che mostra una dirigenza non in linea con l’allenatore, che avrebbe voluto tranquillamente mandarlo via, ma su cui pesa un macigno da 12 milioni di euro che peserebbero, soprattutto in periodo di Covid. Un silenzio che mostra un presidente salvatore di capre e cavoli, ma se lo spazio per una comunione di intenti non c’è, è inutile andare avanti insieme.

Dunque, chi ci va di mezzo? Di mezzo ci vanno l’Inter e i propri tifosi, che in questi dieci anni hanno visto poco chiarezza nell’operato della società e adesso vedono la stessa cosa, ma con modalità differenti. Di mezzo ci vanno l’Inter e i propri tifosi, che meritano più rispetto da parte di tutte le componenti in gioco, e che invece stanno assistendo all’ennesima stagione che potrebbe renderla estranea agli obiettivi abituali della Storia interista – sì, Storia con la S maiuscola, cosa che dovrebbero imparare a conoscere tutte le parti in causa, per capire che andando in questo modo, non arriveranno i risultati -.

Forse è solo uno sfogo, forse una supposizione nemmeno troppo campata in aria. Ma tutti siamo stanchi di dover vedere lo stesso film, seppur con attori diversi, da dieci anni a questa parte. Mou non c’è più, Moratti nemmeno. Questo lo hanno capito tutti. Capiranno Conte, Marotta, Ausilio e Zhang per quale club hanno il privilegio di lavorare? Altrimenti meglio non continuare più insieme con un grande – e molto più rispettoso – atto di responsabilità.