Inter, pastrocchio Barella Gagliardini, Conte faccia mea culpa
Il Real Madrid ieri sera è andato in gol per la terza volta in contropiede, lasciando di sasso l’intera difesa nerazzurra incredibilmente alta. Già, perché così alta?
Occhio ai tempi, l’Inter aveva pareggiato al 68mo, dunque mancavano più di 20 minuti e recupero al triplice fischio. Nei minuti successivi, al 74mo e 75mo sfiora il vantaggio con Lautaro e Perisic. 78mo esce Barella ed entra Gagliardini, il momento topico è questo. La mossa in sé è quella più letale che mente di allenatore potesse concepire, il giovanotto sardo aveva offerto una prestazione sontuosa, impreziosita dall’assist di tacco per Lautaro in occasione del 2 a 1 e con una dinamicità impressionante, senza che ciò andasse a scapito della qualità.
L’ingresso dell’ex Atalanta dovrebbe essere letto come il segnale di un arretramento della squadra, a protezione di un pareggio che avrebbe lasciato i nerazzurri davanti al Real Madrid nella classifica del girone e con lo scontro diretto a Milano tra 20 giorni.Se l’intenzione di Conte era davvero questa, il cambio è doppiamente sbagliato, perché ad uscire doveva essere Vidal, irriconoscibile, impreciso, fuori dal gioco e per di piGagli
ù già ammonito come Barella. E ad entrare doveva essere Eriksen. A quel punto, con la squadra più coperta, il piede raffinato del danese sarebbe diventato merce preziosa per lanciare le ripartenze dei 3 più indicati a questa fase, Lautaro, lo stesso Barella e Hakimi. I primi due provati da una gara estremamente dispendiosa ma ancora in grado di reggere con una squadra meno aggressiva e più cauta, mentre l’esterno marocchino avrebbe avuto davanti a sé praterie per sfruttare la sua velocità negli spazi.
Invece entra Gagliardini ma l’Inter continua ad occupare la metà campo dei blancos in massa: non è un controsenso? Era prevedibile che la freschezza di Rodrygo e Vinicius e la disperazione avrebbero costretto il Real a scoprirsi, dunque perché non approfittarne?
Conte ha detto che abbiamo perso per sfortuna ed episodi, l’allenatore, quello bravo, è lui…