“Ci manca il furore? A chi lo dice va tolto il vino. Anche se bevono l’ammazzacaffè o il liquore, li mettessero via”. Antonio Conte reagisce alle critiche da parte dei detrattori, che lo accusano di non avere più il furore agonistico che ne hanno caratterizzato la carriera, ma soprattutto i successi. Dopo i primi tuoni in tal senso, fatti arrivare dal fido scudiero Arturo Vidal, la goccia ha fatto traboccare il vaso, e il tecnico salentino è sbottato.
Vino o no, ai tifosi poco importa. La partenza in campionato dell’Inter non è stata affatto buona in questi primi sette turni di campionato e, ancora peggio è andata in Champions League con un – si spera con tutto il cuore per tantissimi motivi – ingiustificabile ed inqualificabile ultimo posto nel girone. I numeri in Serie A parlano chiaro: sedici gol fatti, undici subiti – tanti quanti la penultima Udinese – e solo dodici punti in classifica, che portano la squadra nerazzurra a condividere il settimo posto con il sorprendente Verona di Ivan Juric. Numeri assurdi, se si pensa che l’Inter veniva data come una delle favorite per lo scudetto quest’anno. Non tutto è perduto per carità, ma qualche anno fa, con un solo punto in meno, il tecnico olandese Frank de Boer veniva (giustamente) criticato, con molti più alibi – gli alibi si chiamavano Gabigol, Miangue, Joao Mario, Kondogbia, Murillo, non certo Skriniar, Eriksen, Perisic, Sanchez, etc. -. Oggi, l’Inter, sembra rivivere la stessa situazione.
Ovviamente a tutti i numeri e i dati in questione, poi bisogna agire con parecchio raziocinio. L’Inter non può permettersi di non dare fiducia al proprio tecnico, soprattutto dopo l’incontro di Villa Bellini, perché, al di là dei motivi economici, questo andrebbe a gettare in fumo l’ennesimo progetto tecnico intavolato. Ma la cosa che deve fare Conte, perlomeno fino a gennaio, è quella di essere molto meno reticente a cambiare la sua Inter – e i numeri suffragano questa tesi.
Detto ciò, il vino forse andrebbe tolto dalla tavola di chi parla di mancanza di furore, ma forse non da quella di chi vorrebbe vedere quello in cui Conte, fino alla passata stagione, si è dimostrato essere bravo: il risultato. L’anno scorso non era la vittoria, ma quest’anno sì. Altrimenti l’unica soluzione è proprio quella di bersi un bel bicchiere di vino per dimenticare l’ennesima stagione sciagurata degli ultimi dieci anni.