La scelta di Conte e lo stipendio da 12 milioni: le colpe di Marotta

La sconfitta di ieri contro il Real Madrid di ieri sera, nella serata di Champions che avrebbe dovuto rappresentare il riscatto dell’Inter per evitare di non passare il girone per il terzo anno consecutivo, è stata, invece, il segno che la stagione dell’Inter è iniziata male e rischia di proseguire peggio. Una squadra completamente disconnessa, distante tra i reparti e tatticamente impreparata, con un tecnico che palesemente non vuole più stare sulla panchina nerazzurra, ma non vuole nemmeno rinunciare ai 12 milioni annui di ingaggio. Di contro una società che non supporta e sopporta il tecnico leccese, che avrebbe mandato via – ed anche correttamente – dopo Colonia per le sfuriate inopportune, ma che non ha potuto esonerarlo onde evitare di pagare due stipendi a vuoto – ci sono anche i 5 milioni di Luciano Spalletti.

Se dal lato tecnico, come si è detto, Conte è il primo responsabile, dal lato dirigenziale le stesse medesime colpe devono essere addossate all’amministratore delegato Beppe Marotta. Il dirigente ex Sampdoria e Juventus è stato colui che si è fatto primo sponsor dell’operazione Conte a discapito di Luciano Spalletti che, con enormi difficoltà, è sempre riuscito a raggiungere l’obiettivo prefissato a inizio anno. Il risultato di questo investimento, ad oggi, è disastroso. Di trofei nemmeno l’ombra, anzi, Conte ha portato in dote soltanto veleni e tensioni che col passare del tempo lo hanno sfiduciato da tutti i lati.

Beppe Marotta dovrà inevitabilmente rispondere di tutto questo, perché Suning lo ha scelto per la sua esperienza che ha sempre dimostrato in ogni squadra in cui è stato. I 12 milioni per un tecnico come Conte sono sembrati una follia di gestione economica, un modo di dargli carta bianca che forse ha fatto credere allo stesso allenatore di essere il centro di tutto. Adesso è l’ora di trovare delle soluzioni urgenti, perché il tempo passa e, con Conte, la stagione dell’Inter rischia davvero di prendere una brutta piega che, con la crisi Covid, potrebbe portare ad un disastro economico.