Attenti al lupo! Parole di Lucio Dalla, uno dei tanti artisti figli dell'Emilia. Il lupo in questione non è brutto e cattivo come il protagonista della celebre canzone, ma ha le fattezze di Roberto De Zerbi. Non c'è nulla di brutto nel suo calcio champagne fatto di pressing e possesso palla così raffinato da far arrossire gli olandesi, che il calcio totale lo hanno inventato. Sassuolo rappresenta lo svincolo lungo la via Emilia di cui aveva bisogno l'Inter in un momento così delicato. Si potrebbero palesare scenari ancora inesplorati. Una squadra alla perenne ricerca di se stessa, imprigionata nel 3-5-2 come il David lo era nel blocco di marmo da cui le mani sapienti di Michelangelo Buonarroti lo cavarono fuori.
Saprà Antonio Conte, liberare se stesso – prima ancora dell’Inter, dalla propria rigidità tattica? Stiamo parlando di un allenatore importante, vincente, intelligente e stimato dal gruppo. Le parole di Zhang non lasciano dubbi. È giunto il tempo di sfruttare al meglio le caratteristiche di ogni pedina della rosa. Gagliardini e Vidal sono elementi di valore tanto quanto lo sono Brozovic, Sensi e Christian Eriksen. L’Inter non può essere solo squadra muscolare, ma deve affidarsi all’enorme qualità di cui dispone in rosa. Lasciarsi andare, liberare la mente da quei fantasmi tanto cari a Francesco Guccini, altro figlio dell'Emilia. Un percorso di crescita attraversa necessariamente un cambiamento. Il Sassuolo è l’occasione che il destino pone di fronte a questa Inter per dimostrare che nulla è stato ancora scritto. In fin dei conti, tutto può essere ancora migliorato. A patto però che si comprendano alcuni aspetti.
Non può esistere una sola idea di gioco, né può una squadra identificarsi in un unico modulo. Lo stesso Buonarroti comprese che per diventare immortale avrebbe dovuto abbinare la scultura alla pittura, e dopo il David realizzò la Cappella Sistina. Se si è esposto Buonarroti nell'arte, può riuscirci anche Antonio Conte nel calcio.