Sarà un caso, ma appena ha messo da parte il suo ego smisurato l’Inter è tornata a vincere. Antonio Conte ieri ha rinunciato alla difesa alta e al tiki taka nella metà campo avversaria, utile come un frigorifero al polo nord se si ha a disposizione un centrocampo con tanti muscoli e poca qualità.
E’ tornato all’Inter vista nell’ultima parte della stagione scorsa, umile, difesa più bassa (dunque con meno spazi da coprire) e i risultati si sono visti.
Invece di godersi i tre punti e lanciare segnali positivi a tutti, tifosi in primis, come sarebbe stato logico, il mister al contrario è tornato a punzecchiare acidamente la società “le critiche non devono riguardare solo allenatore e calciatori…sulla barca in tempesta dobbiamo esserci tutti, senza lasciar affondare allenatore e qualche giocatore…”
Qualcuno dovrebbe ricordargli che non più tardi di venerdì scorso Marotta non solo lo ha difeso ma lo ha esaltato fino al punto di affermare che “Conte ha plasmato il gruppo nel senso di appartenenza…”, un po’come dire che il sottoscritto sia in grado di realizzare il vaccino per il Covid.
Cosa ci sia dietro questo nuovo attacco alla dirigenza è difficile da intuire. Più facile invece capire Che dovrebbe tacere e lavorare a testa bassa per preparare la partita di martedì a Moenchengladbach, l’ultima occasione per avere ancora un briciolo di speranza per andare agli ottavi di Champions. Se usciremo ancora una volta al girone (Dio non voglia) sarà colpa di Zhang, Marotta e Antonello o di chi ha messo la squadra in condizione di non segnare un gol allo Shakhtar (12 gol subiti in 4 gare)?