Sgombriamo il campo da inutili equivoci: l’Inter continuerà ad assecondare la sua proverbiale follia. È Pazza e la flebile speranza di qualcuno di potersi rilassare in panciolle nonostante le due reti di vantaggio a soli quindici minuti dal termine, è stata disattesa. Sarà sempre così, ma in fondo è proprio quello di cui hanno bisogno i tifosi nerazzurri. Emozioni forti a cui mai rinuncerebbero. Comincia a comprenderlo anche il pragmatico Conte. Anzi potremmo aggiungere che con lui in panchina stiamo ammirando un’Inter tra le più pazze di sempre.
Chi si attendeva botti dal Borussia M’gladbach è rimasto deluso. O meglio, petardini – ini, ini – sono esplosi, ma nel cuore della notte e senza arrecare alcun pericolo. Un po’ come il fantomatico calcio champagne di Marco Rose, evaporato precocemente sotto i colpi di Darmian e del gigante buono Lukaku. Non inganni il 3-2 finale, l’Inter ha dominato la gara in lungo e in largo, rischiando qualcosina – ina, ina – negli ultimi istanti del primo tempo e durante il comprensibile e frenetico arrembaggio finale delle truppen nero-bianco-verdi.
Meriti, anzi demeriti nerazzurri. Il passivo avrebbe potuto essere più ampio se solo Lautaro fosse stato più cinico e Young non avesse emulato i personaggi che hanno reso celebre “Mai dire gol”. Errori individuali come appunto quelli di Young, non solo sotto porta, ma anche in fase difensiva. L'esterno nerazzurro ha lasciato colpevolmente solo Lazaro – alzati e cammina, anzi corri – rapido come un’orice gazzella del Sud Africa nel seminarlo, e preciso come mai lo era stato nella sua avventura interista nel crossare per l’accorrente Plea. O di Sanchez e di quache dribbling di troppo che ha riacceso la fiammella tedesca ed attentato alle coronarie interiste. Non vincere una partita nettamente dominata sarebbe stato ingiusto e beffardo. La qualificazione si deciderà contro lo Shakhtar, moderna bestia nera di quel che resta dei Galacticos.
Un ultimo turno emotivamente intenso, per cuori forti, in cui tutte le squadre si giocheranno tantissimo. Gli ucraini sono complicati da affrontare, arroccati in difesa e temibili nelle ripartenze. A Madrid, i Blancos dovranno riscattare un girone che avrebbero, almeno sulla carta, dovuto archiviare da un pezzo. Ne va dell’onore della camiseta. Zidane si gioca molto ed è stato cristallino al termine della debacle in terra ucraina. Il Real Madrid dovrà vincere per dimostrare di essere credibile e non certo irreal. Speriamo che non si debba ingoiare l’ennesimo biscottone indigesto. L’Inter non lo meriterebbe. Prima di tutto bisognerà archiviare la pratica Shaktar, altrimenti il resto sarà inutile. Proprio come i petardini – ini, ini – dei tedeschi.