Eriksen tra Ritorno al futuro e gli Champs-à‰lysées
Qualcuno racconta che al Tottenham piacerebbe riabbracciare l'ex figliol prodigo Christian Eriksen. E che al biondo che non impegna le rotazioni di Conte piacerebbe tornare a casa. Home sweet home, ma a quale prezzo? Quello giusto, conveniente per tutte le parti in causa. L’Inter non svenderà il calciatore acquistato proprio dagli inglesi più o meno un anno fa. Tornare all'antico secondo un copione degno di Ritorno al Futuro. Eriksen sta al 3-5-2 di Conte come un elefante in una cristalleria. È così, e nessuno può farci nulla. Conte ha tentato di inserire il trequartista nel suo sistema di gioco, ma la squadra ha incassato troppe reti con facilità. La fase difensiva ha ballato al punto tale da far apparire Skriniar, De Vrji e Bastoni poeti votati non all’ermetismo difensivo, ma a qualcosa di più simile al movimento letterario diffuso nei primi anni del Novecento.
Non adatto al Contismo. Eriksen non è funzionale agli schemi contiani. È un pesce fuor d’acqua e Conte, dal canto suo, dopo alcuni tentativi finiti male, ha definitivamente sigillato il talento danese in naftalina. La cessione di Eriksen – definitiva o più probabilmente in prestito – alimenterà parecchi rimpianti. E non sarebbe la prima volta. Basta voltarsi indietro per rileggere nelle pagine ingiallite, ma sempre gloriose, degli almanacchi nerazzurri, storie di talenti mai sbocciati. Illusioni nerazzurre durate meno di un'infatuazione estiva. Sono tanti i campioni che, dopo aver attraccato la loro barca sulla riva nerazzurra dei Navigli, hanno smarrito la bussola confondendo la poppa con la prua.
Da illusione per Conte a certezza per Mou. Promesse mai mantenute da marinai pronti a salpare per altri lidi. Con l’obiettivo di dimostrare che il nerazzurro ha rappresentato solo una parentesi cupa di una carriera luminosa. Un abito buono, sì, ma non per tutte le stagioni. In questa storia non ci sono vittime, né carnefici. Conte come Mourinho – entrambi cinici, nel senso più positivo del termine – bada al sodo. Vuole conquistare un trofeo e non si culla sulle illusioni. Le lascia ai sentimentali. Per la stessa identica motivazione Mourinho riabbraccerebbe volentieri Eriksen, alternativa di lusso a Lo Celso nel suo 4-2-3-1. Una certezza nel white di Londra, un’illusione in nerazzurro.
Parigi val bene una messa. Un'altra ipotesi di mercato vorrebbe Eriksen al Paris Saint Germain e Paredes all'Inter. Al momento il pensiero di Eriksen non coincide con quello che fu di Enrico IV. Il sovrano pur di ottenere Parigi si convertì al cattolicesimo, mentre Eriksen preferirebbe un ritorno in Premier League. Ci sarebbe poi la volontà di Paredes di non muoversi da Parigi. Almeno per il momento il centrocampista argentino pur lusingato dall'interesse dell'Inter preferirebbe rimanere in Francia. Troppe variabili con la sola certezza dell'addio di Eriksen, illusione per Conte, certezza per altri. Ognuno scelga la sua verità. E senza scomodare Ligabue.