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Paolo Rossi, il ricordo dell’agente Fifa Sabatino Durante

Sabatino Durante, agente Fifa e giornalista, ha ricordato Paolo Rossi, il campione recentemente scomparso e laureatosi campione del mondo nel 1982 in Spagna. La Nazionale italiana guidata da Enzo Bearzot fu trascinata dalle sue reti – sei – e si impose contro prestigiosi avversari. Nella finale disputata a Madrid contro la Germania Ovest gli Azzurri vinsero 3-1. Ad aprire le danze fu Paolo Rossi, straordinario nel capitalizzare un cross perfetto di Gentile. Di Marco Tardelli e Alessandro Spillo Altobelli, le altre due reti dell'Italia. Paolo Rossi fu assoluto protagonista di quel campionato del mondo. Fortemente voluto in Spagna da Enzo Bearzot nonostante l'opinione pubblica nutrisse qualche dubbio sulla convocazione di Pablito, Rossi salì in cattedra contro il Brasile grazie ad un tripletta sontuosa e memorabile, e poi annichilì la Polonia in semifinale con due reti di celebre fattura.

La nazionale verdeoro del 1982 era la più forte dopo quella campione del mondo del 1970. Tutti davano l'Italia per spacciata, ma nessuno aveva fatto i conti con Pablito e con la determinazione dell'Italia. La partita divenne parte della storia del calcio e Paolo Rossi, eroe in Italia, fu apprezzato e rispettato anche dalla torcida brasiliana. Un rispetto e un'ammirazione che, anno dopo anno, si sono consolidate fino a diventare immortali. In Brasile Paolo Rossi è amato e rispettato. Sabatino Durante – che per Inter Dipendenza cura la rubrica I barbieri di Saba – proprio dal Sud America – in cui vive ed opera professionalmente – ha voluto ricordare Paolo Rossi attraverso un pensiero che riporta ad un grande reportage di Ernesto Paglia. Ecco le parole di Sabatino Durante: 

“Ciao Paolo, campione sempre e comunque. Pubblico questo grande reportage di Ernesto Paglia, amico comune, che ricorda te e gli altri eroi del 1982. Risale a tre anni fa, ma rimarrà  sempre la celebrazione della vostra memorabile impresa. Ernesto ha sangue italiano, è un giornalista eccellente della rete Globo. In quel mondiale spagnolo vinto dall'Italia di Enzo Bearzot – dopo un inizio stentato – hai eliminato un grande Brasile. 

Carrasco do Brasil – letteralmente esecutore, giustiziere del Brasile – come ti chiamano qui. Non c'è odio in queste parole, tutt'altro. È tanta l'ammirazione nei tuoi confronti perché, oltre a riconoscere le doti del grande giocatore che sei stato, i brasiliani hanno apprezzato la tua gentilezza, la tua grande disponibilità quando hanno avuto modo di conoscerti personalmente”.