Inter, Conte e quell’autocritica che ogni tanto non guasterebbe

Il tifo è compatto – Chiariamo subito un concetto, sgombrando definitivamente il campo da inutili equivoci: gli interisti predicatori dell’interismo, hanno a cuore l’Inter. Appare dunque scontato che nessun cuore nerazzurro abbia mai prestato – né mai lo farà – il fianco a chi gode e spera che possa andare in malora quel che l’Inter di Conte sta cercando di costruire da un anno e mezzo. Il tifoso è giustamente deluso da un cammino europeo mediocre in un girone modesto. Nessuna negatività, solo un naturale rammarico. E guai se non fosse così. C'è compattezza, fiducia, unità d'intenti perché i tifosi sono tutti nella stessa barca. Quella nerazzurra.

 

Spalletti ha lavorato bene – L’Inter è ripartita ma non dalle fondamenta. Conte è ripartito dall’ottimo lavoro di Luciano Spalletti, troppo spesso poco considerato. L’Inter di Conte si è ritrovata in Champions League, faticosamente conquistata da Spalletti con una rosa buona, ma non certo equiparabile a quella attuale. Conte comprenderà l’impazienza dei tifosi che, dopo dieci anni, vorrebbero tornare a conquistare un trofeo, ma non dimentichi mai che per il tifoso interista vincere non è l’unica cosa che conta. Nessuno vuole la distruzione, e per tale ragione sarebbe più opportuno se Conte evitasse alcune dichiarazioni a caldo, tipo frecciatine verso la società. Soprattutto quando le cose vanno poco bene. In passato è capitato.

 

Eriksen è già sbocciato – A proposito di Eriksen appare doveroso ripassarne il curriculum. Il trequartista danese ha all’attivo 113 partite, 25 gol e 3 campionati, una coppa dei Paesi Bassi, una supercoppa dei Paesi Bassi con l’Ajax, 226 partite, 51 gol e una finale di Champions League con il Tottenham, 103 partite e 36 reti con la maglia della Danimarca. Cos'altro deve sbocciare? Ad Eriksen serve solo continuità di rendimento. Conte è allenatore preparato e vincente ma dopo aver messo in discussione la Pazza Inter, la società, il talento di Eriksen, sarebbe il caso di mettere in discussione anche se stesso. Per il bene dell'Inter