Scena prima: il Milan pareggia a tempo scaduto con il Parma dopo aver colpito 134 pali e aver costruito millemila occasioni.
Scena seconda: Maurizio Pistocchi commenta la gara dei rossoneri parlando di buon Milan con grande carattere. Un tifoso nerazzurro lo rimprovera accusando i giornalisti di mancanza di equilibrio, perché quando l’Inter pareggiò con i parmensi una partita analoga tutti parlarono non di sfortuna ma di errori e disastri difensivi.
Siamo alla scena madre: la risposta di Pistocchi al tifoso interista è un secchio d’acqua gelata : “l’Inter a livello mediatico non conta niente, non da oggi. E non a caso”.
Il tipico discorso da tifosi davanti al bar stavolta viene nobilitato e certificato da una delle penne più autorevoli e libere del giornalismo sportivo che conferma le loro sensazioni e al contempo mette la società con le spalle al muro.
Che il re fosse nudo i tifosi lo sanno da tempo ma sentirselo dire in faccia così brutalmente fa male, parecchio. Dovrebbe però far sanguinare ancora di più la pelle della proprietà e dei vertici societari, primi diretti interessati di questa situazione.
Chi conta oggi a livello mediatico non è difficile da intuire, il perché ancora meno, potere mediatico e potere “politico” dei top club viaggiano di pari passo. L’Inter dei Moratti, dei Fraizzoli, dei Pellegrini, si è sempre astenuta dal frequentare i corridoi che contano con il coltello tra i denti, scelta da ricollegare ai valori storici del club e ad un modo di proporsi diverso anche in questo.
Sui social i tifosi nerazzurri da sempre sognano un mercato estivo con l a dirigenza scatenata nell’acquisto di arbitri e testate giornalistiche invece che di giocatori più o meno famosi. Ironie a parte, l’Inter è altro, la sua diversità si alimenta anche di queste cose, il popolo interista lo sa bene da sempre e ne va pure orgoglioso.
D’altronde Suning e Fiat hanno bacini di mercato ad oggi del tutto diversi, il che comporta investimenti aziendali e pubblicitari sullo scenario nazionale e continentale non paragonabili tra i due gruppi. E i mezzi di informazione vivono proprio di investimenti e pubblicità.
Ma la tradizione storica e le diverse contingenze industriali possono e devono trovare una composizione con l’atteggiamento dei mass media, rivendicando il rispetto dovuto ad un club che ha fatto la storia del calcio in Italia ed in Europa. Steven Zhang e Marotta sono pregati di prendere nota.